19-05-2016– A conferma di quanto molti nutrizionisti sostengono, non è il consumo di merendine a determinare l’obesità infantile, bensì lo stile di vita e un tipo di alimentazione in generale squilibrata.
È quanto emerge da un’analisi elaborata da AIDEPI (Associazione Industrie Alimentari del Dolce e della Pasta Italiane) sui dati IRI relativi ai consumi di prodotti da forno e sui risultati dell’indagine sull’obesità infantile svolta dal Ministero della Salute.
L’analisi ha condotto a concludere che laddove è più alto il consumo di merendine, minore è il numero di bambini obesi e, viceversa, nelle regioni in cui si consumano meno merendine, i bambini obesi costituiscono una percentuale preoccupante.
Scendendo nel particolare, la situazione delle regioni italiane si presenta così: al Nord Italia si registra il maggior consumo di merendine (2,2 Kg. pro capite) e il livello di obesità raggiunge il 4,7%; al Sud Italia, invece, dove il consumo pro capite di merendine scende a Kg. 1,6, il livello di obesità sale al 37,8%.
La regione che presenta il miglior rapporto tra i due parametri è la Lombardia, mentre al polo opposto vi è la Campania con un consumo pro capite annuo di merendine pari a Kg. 1,34 e un livello di obesità che raggiunge il 47,8%.
Questi dati confermano quanto pediatri e nutrizionisti sostengono ormai da tempo e cioè che una buona salute non dipende dalla quantità di “junk food” consumato – le merendine vengono considerate parte di questa diabolica categoria – ma da un sano tenore di vita e dalla combinazione di più fattori: cibo, sport e equlibrio psico-fisico.
