Chi avrebbe mai potuto immaginare che la ‘nduja, un salume piccante calabrese ricavato dalle parti grasse del maiale, sarebbe diventato uno snack, oltretutto pensato per la vendita attraverso distributori automatici.
In un momento storico che dà sempre più spazio ad un’alimentazione in cui domina il “senza”, dove le aziende fanno a gara per indicare sul packaging quanti più free from possibili, un giovane vibonese ha deciso di andare contro corrente proponendo nel mercato del Vending un nuovo snack: la Mere’nduja.
Lardo, grasso, pancetta, peperoncino e sale: una combinazione che i nutrizionisti giudicherebbero non idonea ad una corretta alimentazione, figuriamoci per una pausa snack a scuola o in ufficio, il target di consumatori che Marco Serrao, il giovane imprenditore di Vibo Valentia dal quale è nata l’idea, si è posto di raggiungere con la sua Mere’nduja.
Si tratta sicuramente di una sfida commerciale e di un modo per far conoscere la ‘nduja in contesti diversi e aree geografiche lontane dalla Calabria, dove è nata la ricetta.
Mere’nduja è proposta con un packaging accattivante che contiene un vasetto della famosa crema piccante, due crostini e una paletta in legno, un kit completo che ne agevola il consumo fuori casa.
Non è la prima volta che nel Vending vengono proposti prodotti originali e fortemente legati alle tradizioni locali. Ricordiamo Cruskees, uno snack in busta, molto simile a quello delle patatine, il cui ingrediente principale è il peperone dolce crusco, tipico della Basilicata.