13-05-2019 – Il recente annuncio da parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini di una direttiva che avrebbe ordinato la chiusura di tutti i punti vendita di cannabis light, compreso quindi quelli automatici, ha suscitato non poco clamore e le reazioni delle parti politiche, che si sono schierate pro o contro la sua decisione. Se così fosse stato, si sarebbe corso il rischio di veder affossato il neonato business della canapa legale, intorno al quale si è sviluppato un fiorente mercato, in rapida crescita.
La direttiva era quindi molto attesa e, fortunatamente per chi svolge quest’attività secondo quanto disposto dalla Legge 242/2016, si è rivelata molto più blanda di quanto annunciato dallo stesso vice premier.
In realtà, la direttiva fornisce solo delle linee guida affinché gli organi di controllo svolgano un’attività serrata di verifiche sul territorio, per appurare che i negozi di cannabis, fisici ed automatici, vendano esclusivamente quanto è legale e che lo facciano in regola con le normative comunali e regionali relative alle attività commerciali.
Gli organi preposti ai controlli dovranno rendere conto del lavoro svolto sul territorio e delle iniziative intraprese in caso di infrazione alle regole, presentando un report dettagliato al Ministero.
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