04-07-2019 – Con un comunicato stampa rilasciato mercoledì, Nestlé ha annunciato che adotterà il sistema Nutri-Score per tutti i suoi prodotti commercializzati nell’Europa continentale. Nello specifico, entro il 2019 saranno distribuiti nei Paesi dove Nutri-Score è già in vigore.
Nutri-Score: le etichette a semaforo che bocciano il made in Italy
Abbiamo parlato diverse volte del sistema Nutri-Score, conosciuto anche come “etichette a semaforo”.
Etichette a semaforo per le big del Food. Codacons dice no
Uno schema che decreta, con una scala dalla A alla E (e colore dal verde al rosso), se un cibo è salutare o meno. Le preoccupazioni del mondo agroalimentare italiano nascono dal fatto che, tramite questo sistema, prodotti tradizionali nostrani come il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di Parma vengono etichettati come estremamente negativi per il contenuto di grassi o di sale.
Nestlé aveva annunciato fin dal marzo 2017 il suo sostegno per lo sviluppo di un sistema europeo di etichette codificate secondo colori. Vagliando le diverse opzioni possibili e a seguito dell’adozione da parte di Francia, Belgio e Svizzera di Nutri-Score (seguiti da altre nazioni europee), Nestlé sostiene che sia giunto il momento di adottare questo sistema come universalmente riconosciuto nell’Europa Continentale.
Nestlé for Healthier Kids: obiettivo salute e scelte consapevoli
Marco Settembri, CEO di Nestlé Europa, Medio Oriente e Nord Africa ha dichiarato: “Il nostro sostegno al Nutri-Score riflette i nostri obiettivi principali di giusta alimentazione e scelte consapevoli. Ed è inoltre segnale di una totale trasparenza. I cittadini europei vogliono sapere cosa c’è nei prodotti e nelle bevande che consumano. E noi vogliamo andare incontro alle loro richieste con un sistema di informazioni nutrizionali facile da capire e vogliamo farlo rapidamente”.
A supporto delle sue affermazioni, Settembri cita studi realizzati per dimostrare come il sistema Nutri-Score sia la soluzione ideale per i consumatori, dal momento che è intuitivo e molto semplice da capire.
L’azienda inserisce questa novità all’interno di una più grande manovra “Nestlé for Healthier Kids”, ovvero “Nestlé per ragazzi più sani”. Riformulato numerosi prodotti, ridurrà il contenuto di zuccheri del 5%, di sodio del 10% e di grassi saturi del 10% entro il 2020. Inoltre, le scelte dell’azienda vireranno sempre di più su ingredienti di base naturale, proteine vegetali, frutta e verdura e grano integrale.
“Abbiamo lavorato per implementare le proprietà nutrizionali dei nostri prodotti negli ultimi 20 anni – conclude Marco Settembri. – Stiamo riducendo il contenuto di zuccheri, sodio e grassi saturi. Nel 2018 abbiamo lanciato 750 prodotti più sani per i ragazzi e le famiglie in Europa, Medio Oriente e Nord Africa. Ciò che vogliamo è rendere più semplice la scelta di prodotti più sani per le famiglie“.
Filiera Alimentare contro Nutri-Score
“Si tratta evidentemente di un sistema che va contro una dieta sana ed equilibrata, che penalizza prodotti di eccellenza come l’olio d’oliva, premiando invece prodotti artificiali e di sintesi”.
Secondo Luigi Scordamaglia, numero uno di Filiera Italia, il Nutri-Score, che penalizza i prodotti del made in Italy, non è una soluzione possibile nel nostro Paese, mentre le multinazionali che commercializzano prodotti industriali possono avere dei vantaggi da questo tipo di sistema.
“Un sistema che fa il gioco di poche multinazionali che decidono di adottarlo per andare sempre più verso l’omologazione dell’alimentazione, ponendo a serio rischio la dieta mediterranea, modello che ha reso la popolazione italiana la più longeva al mondo (insieme ai giapponesi)”.
Per Federalimentare sbagliato porre l’accento sui singoli prodotti e non sull’alimentazione
Federalimentare ribadisce ancora una volta la sua contrarietà verso ogni sistema di etichettatura degli alimenti che discrimini alcuni cibi rispetto ad altri tramite colori, lettere, segnali di avvertimento o qualsiasi forma di classificazione.
Questi sistemi, che siano i “semafori” inglesi, il “Nutriscore” francese, o gli ottagoni neri adottati dal Cile e dal Perù, non inducono il consumatore a compiere scelte più salutari, dato che mettono l’accento sui singoli alimenti piuttosto che sull’alimentazione nel suo insieme.
I sistemi di etichettatura a colori, invece, tendono a scoraggiare il consumatore dall’acquisto di tutti i prodotti ricchi in sale, grassi saturi o zuccheri, bollandoli come nocivi per la salute. Tra questi prodotti figurano tutti i cibi più tipici della tradizione italiana e della dieta mediterranea, malgrado la loro qualità.
Federalimentare ci ricorda che anche l’olio extravergine d’oliva viene penalizzato per i grassi, nonostante numerose ricerche dimostrino che il suo utilizzo quotidiano sia alla base dei benefici della dieta mediterranea.
“Tutti i principali indicatori della salute classificano l’Italia tra i Paesi più sani nel mondo, a partire dalla longevità. – ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – Uno dei motivi principali di questo stato di grazia è la nostra alimentazione basata sulla dieta mediterranea, la cui salubrità è certificata da 50 anni di studi. Al contrario, un algoritmo come quello su cui si basa il Nutriscore, non può vantare basi scientifiche consolidate negli anni, solide al punto da suggerire alle popolazioni di modificare drasticamente le proprie abitudini alimentari” – ha concluso il presidente.
Favorevole a un modello di etichettatura che offra al consumatore tutte le informazioni necessarie per una scelta consapevole, Federalimentare si dice drasticamente contrario al sistema Nutri-Score, che “divide i cibi in buoni e cattivi cercando di influenzare le scelte dei consumatori“.
Coldiretti: il Nutri-Score è intempestivo e sbagliato
Ugualmente drastico è il pensiero di Coldiretti, che sostiene tramite le parole del presidente Ettore Prandini come “con l’inganno delle etichette a semaforo si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini ma anche il sistema produttivo di qualità del Made in Italy”.
Secondo Coldiretti, il sistema di etichettatura a semaforo è fuorviante, discriminatorio e incompleto e finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui, in alcuni casi, non è nota neanche la ricetta.
Durissime le parole del presidente Prandini: “Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma, le cui semplici ricette non possono essere certo modificate”.
In conclusione, così come affermato da Federalimentare, Coldiretti sostiene che “l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo sullo specifico prodotto“.