Nestlé e glifosato: l’azienda aumenterà i controlli sul caffè

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Nestlé e glifosato: l’azienda aumenterà i controlli sul caffè

07-10-2019 – Dopo aver rilevato livelli di glifosato vicini ai limiti normativi, Nestlé ha comunicato che rafforzerà i controlli di qualità sui chicchi di caffè acquistati per realizzare i suoi prodotti.

Monitoriamo attivamente i residui chimici, incluso il glifosato, nel caffè verde che acquistiamo“, ha dichiarato Nestlé in una nota. “Questo programma di monitoraggio ha dimostrato che in alcuni caffè verdi i livelli di residui chimici sono vicini ai limiti definiti dalle normative. Stiamo rafforzando i nostri controlli in collaborazione con i fornitori per garantire che il nostro caffè verde continui a soddisfare le normative in tutto il mondo“.

Il glifosato, diserbante fra i più usati al mondo, è da tempo al centro della disputa fra chi lo attacca fortemente, imputando al suo utilizzo gravi danni alla salute, e chi ne difende la sicurezza  se se ne fa un uso controllato e regolamentato. Fra questi senza dubbio la Bayer, proprietaria della Monsanto che vede il suo core business nella produzione e vendita di Roundup, il suo erbicida a base di glifosato.

La decisione di Nestlé di aumentare i controlli fa dunque seguito, come anticipato, al rilevamento di livelli vicini al limite massimo consentito di glifosato in alcune consegne di caffè verde. Il gruppo lavorerà quindi in collaborazione con i produttori, aiutandoli a migliorare le pratiche agricole e controllando così il caffè che acquista fin dall’origine.

I nostri agronomi continueranno a lavorare con i coltivatori di caffè per aiutarli a migliorare le loro pratiche di gestione delle infestanti, compreso l’uso appropriato degli erbicidi e l’adozione di altri metodi di diserbo“.

Le misure saranno adottate soprattutto per il caffè venduto nei paesi dove le leggi sulle quantità di glifosato sono più restrittive, in particolare nell’Unione Europea e in Italia. L’azienda ha inoltre affermato che queste nuove procedure saranno temporanee e dureranno finché i paesi produttori non correggeranno in modo soddisfacente l’uso del glifosato.

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