Nestlé risponde sulla crisi degli stabilimenti italiani

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Nestlé risponde sulla crisi degli stabilimenti italiani

11-10-2017 – Dopo gli scioperi degli ultimi giorni, conseguenza degli annunciati tagli del personale degli stabilimenti Nestlé in Italia e delle accuse di aver disatteso gli impegni presi in termini di investimenti, l’azienda ha risposto con un lungo comunicato in cui affronta i principali punti critici di un confronto che va avanti ormai da molti mesi.
Contrariamente a quanto riportato dal comunicato sindacale in cui veniva annunciato lo sciopero del 6 ottobre, Nestlé conferma il suo ruolo di key player del settore agroalimentare in Italia, come prova il piano di investimenti varato per il triennio 2016-2018. Un piano che supera i 200 milioni di euro  e che sta andando avanti puntualmente, come prova il lavoro di rinnovamento degli stabilimenti Buitoni di Benevento e Perugina di San Sisto e la messa in campo di strategie commerciali per lo sviluppo dei business, operazioni che di fatto smentiscono le accuse secondo le quali il Gruppo mirerebbe a smantellare l’assetto industriale italiano.
Tuttavia, e proprio nell’ottica di dare un’accelerata alla crescita, l’azienda conferma la necessità di ridisegnare l’organizzazione dei siti produttivi, in particolare quelli di Perugia, Benevento e Assago, secondo l’accordo sottoscritto con il Ministero del Lavoro e le organizzazioni sindacali il 17 gennaio 2017. L’obiettivo è quello di accelerare significativamente la crescita organica rispetto all’attuale +3,2%, attraverso investimenti sui volumi degli stabilimenti e il recupero di efficienza, con risultati sulla redditività a lungo termine, attesi entro la fine del 2020.
In questa ottica, se per lo stabilimento Buitoni si rende necessaria l’assunzione di 150 nuovi addetti, per lo stabilimento Perugina occorre risolvere definitivamente la questione degli esuberi, dal momento che gli ammortizzatori sociali attivati nel 2014, da giugno 2018 non saranno più rinnovabili.
Il Gruppo sottolinea che di questa situazione le parti coinvolte erano ben al corrente, così come dell’impegno assunto dalla multinazionale svizzera di ricollocare almeno il 70% del personale in esubero.
Nel ribadire la propria intenzione di far fede agli impegni presi presso il Mise, Nestlé si augura che i rapporti con le forze coinvolte nel percorso di ristrutturazione dei siti Nestlé in questione tornino ad essere improntati sul dialogo e sullo scambio costruttivo.
Vedremo se si sarà raggiunto un punto d’incontro venerdì 13 ottobre, quando la Rsu Perugina e i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, torneranno a sedersi al tavolo di Confindustria a Perugia di fronte ai manager della Nestlé.

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