18-12-2017 – L’idea degli ex dipendenti della Perugina di formare una cooperativa e di rimettere in produzione cioccolatini storici del marchio, in modo da intensificare l’attività del sito di San Sisto – ne abbiamo parlato in questa News del 29 novembre – non sembra poter avere un futuro.
In un primo momento si era diffusa la voce che la multinazionale avesse bocciato la proposta tout court, voce messa a tacere dalla stessa Nestlè che il 12 dicembre scorso ha diramato un comunicato stampa che spiega le ragioni che determinano l’impraticabilità della proposta:
“Da quello che abbiamo letto, sembrerebbe che alle istituzioni sia stata presentata l’idea di costituire una cooperativa sul modello del “Workers Buy Out” (“Wbo”) con cui attivare alcune produzioni a marchio Perugina. Vale subito la pena ricordare che i Wbo sono uno strumento con cui i lavoratori di una azienda, in crisi, in vendita o in liquidazione, decidono di rilevarla in tutto o in parte per continuarne l’attività. Perugina – si precisa – è in trasformazione, ma non certo in crisi, né in vendita, né tanto meno in liquidazione. Non ci sono pertanto i presupposti, né di fatto né di legge, per dare concretezza a questo tipo di proposta.”
Il progetto degli ex dipendenti Perugina sarebbe dunque tecnicamente irrealizzabile, ma ciò non toglie che la proprietà non si sia mostrata disponibile a valutare eventuali altre proposte imprenditoriali, magari strutturate e corredate da un preciso business plan, purché queste non includano prodotti Perugina.
Per discutere direttamente con i dipendenti, Nestlè ha quindi proposto un incontro con gli ex manager Perugina per venerdì 15 dicembre, un invito al quale questi non hanno però aderito.
La controversa vicenda dello stabilimento Nestlè di San Sisto appare sempre più complessa e una soluzione che accontenti tutte le parti sempre più lontana.