Non c’è pace per l’arabica. Ancora rincari.

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Non c’è pace per l’arabica. Ancora rincari.

26-08-2014  – Troppe emergenze da fronteggiare per la varietà arabica prodotta essenzialmente in Brasile e in altri Paesi del Centro America come la Colombia.
Sin dall’inizio dell’anno, le quotazioni sono cresciute a ritmo incessante, determinando forte volatilità nei mercati e previsioni pessimistiche per le stime sui raccolti, anche quelli del prossimo anno che, secondo il National Coffee Council almeno in Brasile dovrebbero andare peggio di quest’anno.
Ad una produzione in calo – si prevede un -11,3 milioni di sacchi – corrisponde una crescente domanda del mercato, anche di quello interno, il che fa temere rialzo dei prezzi e difficoltà per gli esportatori a soddisfare gli ordinativi.
Ricordiamo che prima la siccità e poi le forti piogge, anticipate rispetto al regolare alternarsi delle stagioni, hanno reso ancora più difficile la condizione dei raccolti in Brasile e in tutto il Centro America già provati dalla ruggine delle piante. Intanto, si paventa un nuovo pericolo per l’annunciato arrivo del Niño, un fenomeno meteorologico che potrebbe mettere in ginocchio il mercato del caffè.
A nostro avviso, il clima negativo creato da questo tipo di allarmismo, che di per sé rende più difficile la situazione nei Paesi produttori, rischia di ingenerare ulteriori speculazioni di mercato le quali, inevitabilmente, porterebbero all’aumento del prezzo della tazzina. In buona sostanza, più che dalla natura, il vero pericolo arriva dal mondo degli affari particolarmente agguerrito nel settore del caffè, visti gli interessi internazionali che vi sono in ballo.

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