[df-subtitle]Sulle etichette dei prodotti alimentari[/df-subtitle]
05-04-2018 – Scatta da oggi 5 aprile 2018 l’obbligo di indicare sede e stabilimento di produzione e/o confezionamento sulle etichette dei prodotti alimentari, una norma già esistente ma abrogata nel momento in cui è stato deciso di rivedere a livello europeo l’intero sistema di etichettatura.
In buona sostanza, il decreto (Dl 145/2017) impone alle industrie del comparto alimentare una comunicazione trasparente che abbia l’obiettivo di identificare in maniera chiara ciò che viene prodotto/trasformato e confezionato in Italia, distinguendolo da quanto importato, affinché il consumatore possa operare scelte consapevoli.
Tale imposizione è stata fortemente voluta da Coldiretti che da tempo si batte per un’etichetta che sia esaustiva sull’intera filiera che dà origine ai prodotti alimentari, volendo in questo modo esprimere il suo #stopcibofalso, iniziativa che porta avanti e che non si esaurisce con l’introduzione del decreto legge 145. Coldiretti, infatti, anche dopo le nuove norme sull’etichettatura di olio, pasta, riso e pomodoro, continua a sostenere la necessità di dotare ogni alimento di un’etichetta parlante, una sorta di carta d’identità che contenga ogni informazione necessaria al consumatore per operare acquisti secondo i propri gusti e principi. Non è un caso che si continui a sottolineare come per oltre l’80% degli italiani sia indispensabile sapere se un prodotto è di origine italiana, caratteristica che orienterebbe senz’altro le scelte.
Per chi dovesse contravvenire alle nuove regole sull’etichettatura sono previste multe salate che vanno da 2.000 a 15.000 euro, fermo restando un periodo di transizione che servirà a smaltire le scorte a magazzino.