Più si cerca una soluzione alle nuove esigenze della vita quotidiana dettate dall’epidemia di COVID-19, più il Vending sembra essere il canale maggiormente idoneo ad individuarne in maniera pratica e sicura.
Se ad inizio pandemia gel e mascherine avevano fatto la loro comparsa nei distributori automatici accanto a lattine e snack, col passare delle settimane le aziende della filiera hanno individuato soluzioni dedicate, ovvero vending machine deputate esclusivamente alla vendita di questa tipologia di dispositivi di sicurezza, che svolgono un ruolo di servizio alla comunità globale.
I nostri costruttori di distributori automatici e i nostri gestori hanno immediatamente risposto ad una domanda del mercato e ad una esigenza della collettività, adeguandosi all’emergenza sanitaria ed economica: escludendo alcune deplorevoli vicende, nei distributori automatici si sono applicati prezzi equi e non speculativi.
C’è ora da ragionare sul prezzo, assolutamente fuori mercato se si ragiona sui costi di materia prima/produzione/packaging/distribuzione, deciso dal Governo per la vendita delle mascherine chirurgiche: 50 centesimi è un prezzo improponibile che, forse, può andar bene per i farmacisti, ai quali è stato promesso un rimborso rispetto alle giacenze che si ritrovano per acquisti di mascherine fatti in precedenza, quando la richiesta del mercato era altissima e il prezzo impazzito. Vedremo se col passare delle settimane tale scelta del commissario Arcuri verrà confermata.
Resta di fatto che il distributore automatico è riconosciuto come il canale di vendita più pratico, soprattutto in luoghi e momenti particolari: se non si potrà salire su un mezzo pubblico, un aereo o un treno senza mascherina, il viaggiatore dovrà avere la possibilità di procurarsela velocemente.
A questo deve aver pensato il Ministero dei Trasporti, mutuando l’idea dall’esperienza di altri Paesi, nello studiare le nuove linee guida di accesso ai mezzi di trasporto, in ottemperanza al DPCM del 26 aprile 2020 per l’avvio del 4 maggio alla Fase 2, visto che la ministra Paola De Micheli ha dichiarato:
“Stiamo provando a capire, soprattutto per le aziende più grandi di trasporto pubblico locale, se si possono immaginare dei punti di distribuzione e vendita delle mascherine vicine ai luoghi di bigliettazione elettronica. È un’ipotesi di lavoro per aiutare il più possibile le persone“, intendendo per punti di distribuzione le vending machine”.
Si dovrà indire una gara d’appalto e scegliere il fornitore: considerando che normalmente la gara viene assegnata in base all’offerta economicamente più vantaggiosa, ci si chiede se tra i partecipanti ci sarà qualcuno in grado di offrire le mascherine a 50 centesimi. Considerato il loro costo di produzione e quelli di gestione del Vending, l’ipotesi ci sembra altamente improbabile. Ed anche se per questo tipo di postazioni si dovesse fare un’eccezione sul prezzo calmierato deciso dal governo, non si rischia un conflitto tra ministeri? Tra il commissario Arcuri e la ministra De Micheli?