Plastica. Evelina Milani della Ni.Si. risponde alla Provincia di Como

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Plastica. Evelina Milani della Ni.Si. risponde alla Provincia di Como

25-02-2019 – Lunedì 11 febbraio, su La Provincia di Como, il principale quotidiano del Comasco, è stato pubblicato un articolo che, facendo seguito all’approvazione della mozione del Movimento 5 Stelle per un comune Plastic Free, riportava affermazioni che mostrano quanto poco e male sia conosciuta la plastica e il sistema produttivo che vi sta dietro. Tra le varie, l’affermazione che lascia più perplessi è quella del presidente della “Consulta Ambiente”, il consigliere del Pd, Emanuele Viganò, che avrebbe dichiarato: “Bene differenziare e riciclare i rifiuti, ancora meglio sarebbe non produrli proprio“.
Di fronte a questa affermazione, un’azienda come la Ni.Si. srl, produttore leader di palettine monouso in plastica e fiore all’occhiello della realtà industriale del comasco, non poteva rimanere indifferente ed ha contestato l’articolo.
L’editore ha ritenuto, pertanto, opportuno e corretto, dare all’azienda diritto di replica, attraverso un’intervista ad Evelina Milani, responsabile marketing della Ni.Si., la quale ha spiegato:
Nel nostro settore operano più di venti aziende che danno lavoro a oltre tremila dipendenti. Sarebbe necessario ripensare tutta la produzione. Noi lo stiamo già facendo e da tempo stiamo studiando soluzioni alternative alla plastica, ma non è facile. Se tra due anni i nostri prodotti verranno banditi, rischiamo di chiudere.”

E in merito alle varie iniziative degli enti pubblici sull’abolizione della plastica e alla nuova direttiva europea sulla plastica, la cosiddetta Salvamari, aggiunge:
Apprendo con sconcerto che alcune amministrazioni abbiano deciso di aderire all’iniziativa Plastic Free, pensata in maniera molto superficiale e senza alcun fondamento legislativo. Un’eventuale ordinanza di questo tipo sarebbe da considerarsi illegittima e quindi impugnabile, perché in questo momento né lo Stato, né l’UE vietano l’uso di bicchieri, palette e bottiglie di plastica. È stata proposta una direttiva comunitaria, è vero, ma non è stata ancora approvata. 
Pensare che vietare questi articoli possa contribuire a non produrre l’inquinamento del mare è insensato. Essi fanno parte di un circuito chiuso. È molto più utile e ragionevole muoversi sempre più verso un sistema di economia circolare, dove la plastica non venga semplicemente eliminata, ma possa avere una nuova vita tramite l’attività di raccolta e di riciclo. Il problema dell’inquinamento esiste ma non è soprattutto europeo: i dati ci dicono che il 90% dei rifiuti che sono nel Mediterraneo provengono dal fiume Nilo.”

E a proposito delle eventuali alternative conclude:
Al momento le poche alternative esistenti per le palette non hanno le caratteristiche tecniche e igieniche adatte. Prendiamo per esempio quelle in legno: sono prodotte spesso all’estero, è difficile capire da dove arrivino gli alberi e se la filiera segua le indicazioni europee. Io ora so esattamente cosa do ai miei clienti, su un prodotto cinese non saprei dire. Sicuramente in questa battaglia, noi imprenditori siamo stati lasciati soli.”

Quella di Evelina Milani è l’ennesima voce che si erge a difesa dell’industria della plastica contro una direttiva elaborata in maniera approssimativa e che, sotto l’urto dell’onda mediatica che ha provocato, rischia di fare non pochi danni all’economia e, in ultima analisi, anche alla salute dei consumatori.

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