21-10-2019 – Arriva sul mercato il primo bicchierino per i distributori automatici di caffè e bevande calde termoresistente e compostabile in conformità allo standard UNI EN 13432. Realizzato in Mater-Bi, il bicchiere è riciclabile nei rifiuti organici come gli scarti alimentari, resistente, idoneo al contatto con sostanze alimentari e a contenere bevande fino a 70° per due ore.
Un risultato reso possibile dalla collaborazione tra Novamont e IMB, azienda sannita specializzata nella produzione di stoviglie monouso biodegradabili e compostabili presente a HostMilano 2019 (padiglione 18 stand A88-B87).
Il bicchierino ImBio rappresenta un’alternativa sostenibile a quello in plastica tradizionale perché grazie alle sue caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità può essere smaltito come rifiuto umido e avviato al compostaggio industriale, abbattendo in modo molto rilevante la quantità di rifiuti indifferenziati generata dai sistemi vending.
Sottrarre i manufatti monouso per il consumo di pasti e bevande e i residui alimentari alla discarica e all’incenerimento, avviandoli a digestione anaerobica e compostaggio, consente di ridurre le emissioni dirette di CO2 e di dare un formidabile contributo alla rigenerazione dei suoli. Il compost è, infatti, un ammendante in grado di apportare al terreno elevati benefici agronomici come l’incremento della sostanza organica del suolo.
Con il marchio MATER-BI Novamont produce e commercializza un’ampia famiglia di bioplastiche, biodegradabili e compostabili secondo lo standard UNI 13432, ottenute grazie a tecnologie proprietarie nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni, usate in tanti ambiti della vita quotidiana.
Secondo Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali di Novamont, “D’ora in poi sorseggiare una bevanda calda alla macchinetta dell’ufficio in un bicchierino ImBio in bioplastica MATER-BI significherà non sprecare risorse, ridurre la produzione di rifiuti indifferenziati e quanto ad essi correlato – conferimento in discarica, inquinamento del suolo e dell’aria, emissioni di gas a effetto serra – in favore del recupero di risorse che, una volta lavorate nel processo di compostaggio industriale, si trasformeranno in humus, ottimo ammendante per combattere la desertificazione dei suoli, chiudendo così il cerchio della natura in cui nulla è rifiuto ma tutto torna ad essere risorsa”.