18-01-2016 – Nel corso del 2015 l’UE ha lavorato per rivedere i due programmi relativi alla politica agricola comunitaria riferiti al consumo di latte e frutta nelle scuole. Si tratta di programmi già attivi da alcuni anni – il Programma Latte dal 1997 e il Programma Frutta dal 2009 – ma che richiedevano una revisione alla luce del progressivo calo dei consumi di due questi alimenti da parte dei bambini e degli adolescenti di tutt’Europa.
Tutti i 28 Stati Membri partecipano al Progetto Latte e 25 su 28 anche a quello Frutta, ma si è reso necessario rafforzare la partecipazione coinvolgendo maggiormente sia i governi dei Paesi europei che le istituzioni scolastiche che vi appartengono, in particolare le scuole di 1° grado e quindi i bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni.
Dopo alcuni incontri svoltisi durante lo scorso anno, a fine dicembre 2015 il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Unione Europea ha deliberato uno stanziamento di fondi pari a complessivi 250 milioni di euro annui distribuiti ai vari Paesi in proporzione alla percentuale di bambini tra i 6 e i 10 anni e il grado di sviluppo della regione all’interno dello Stato Membro.
Il 10/20% della cifra finanziata dovrà essere destinata da ciascun Paese ad attività didattiche volte a promuovere sane abitudini alimentari e a combattere lo spreco alimentare, come ad esempio visite guidate nelle aziende agricole affinché i bambini ne conoscano da vicino la realtà e scoprano come vengono prodotti gli alimenti a loro proposti a scuola.
ITALIA – In questo contesto, l’Italia riceverà un finanziamento di 16,7 milioni l’anno per il Programma Frutta e di 8 milioni l’anno per il Programma Latte, quest’ultimo esteso a più prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi. Il finanziamento è replicabile per 6 anni.
La senatrice Leana Pignedoli ha così commentato:
“L’istituzione di mense didattiche, laboratori della biodiversità accanto ai distributori automatici di frutta e latte, in sintonia con progetti europei, sono necessari per lanciare una sfida di una nuova cultura del cibo, una azione vera di ‘prevenzione alla salute per un contrasto all’obesità in aumento nel nostro paese. La proposta iniziale è quella di istituire un piano nazionale sperimentale, in piena coerenza con quanto ha affermato anche oggi il comitato speciale agricoltura“.