02-04-2015 – Si complica la situazione del Gruppo Hera di Bologna, che gestisce una serie di servizi pubblici, in seguito all’arrivo di altri 100 dipendenti provenienti da altre sedi, che hanno mandato in tilt il servizio mensa, inadeguato a servire una così ampia utenza. Lo fa presente la Cgil in un comunicato che evidenzia le carenze nel gestire la distribuzione dei pasti ai dipendenti.
Ma le contestazioni non finiscono qui: nel mirino del sindacato anche i distributori automatici per una serie di motivazioni che riportiamo integralmente dall’articolo pubblicato sul Corriere di Bologna
“Si lamenta un «aumento eccessivo» dei costi (caffè da 0,38 a 0,60 euro, +57.9%; acqua da 0,40 a 0,50 euro, +25%; crackers da 0,33 a 0,60 euro, +81.8%) e che, a differenza di quanto era stato prospettato, «non e’ propriamente vero che i prezzi di tutti i prodotti siano in linea con quelli di mercato: ad esempio il caffè nella prevalenza dei luoghi di lavoro delle aziende medie o grandi come Hera, oppure in luoghi pubblici come ospedali e scuole, ha un costo mediamente di 0,35 euro; solo nelle piccole aziende o in esercizi gestiti dai privati (quali palestre o piscine) vengono applicate tariffe che vanno dai 0,65 fino anche a 0,80 euro». Inoltre, la qualità dei prodotti non sarebbe migliorata e «desta ulteriore perplessità la notizia, che auspichiamo non corrisponda al vero, secondo la quale l’azienda riceverebbe, per ogni macchinetta installata, 500 euro l’anno forse a titolo di affitto locali ristoro». Fosse vero, per la Cgil Hera «non avrebbe affatto tutelato i propri lavoratori-consumatori».