13-09-2016 -La crescita globale del mercato delle capsule ha coinvolto anche il Regno Unito, dove negli ultimi anni si assiste ad un rapido cambiamento delle abitudini dei consumatori i quali, abbandonando sempre di più i metodi tradizionali di preparazione del caffè, preferiscono utilizzare le più pratiche macchine a capsule.
Nespresso è senza dubbio complice e causa di questa svolta: che sia per questioni legate alla moda o per la comodità del sistema, fatto sta che il numero di macchine a capsule nelle case dei britannici cresce esponenzialmente.
Prescindendo da Nespresso, che anche nel Regno Unito è leader di mercato, secondo il Times di Londra, le capsule Tassimo e Dolce Gusto, hanno raggiunto un fatturato di 137 milioni di sterline nell’ultimo anno, con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo, le vendite di caffè solubile e caffè macinato sono cresciute soltanto del 2,5%, arrivando a quota 167 milioni di sterline.
Il nuovo trend gioca, naturalmente, a favore dei torrefattori italiani per i quali il Paese d’oltremanica costituisce oggi un interessante canale di vendita attraverso il quale esportare la qualità e la cultura dell’espresso con prezzi competitivi rispetto al colosso svizzero.
Pur apprezzando i vantaggi del sistema capsule, i britannici hanno dovuto presto confrontarsi con il problema del loro smaltimento, divenuto imprescindibile in seguito al rapido aumento delle vendite. Ad ergersi contro i nuovi sistemi sono stati gli ambientalisti inglesi i quali, di fronte alle difficoltà di smaltimento e riciclo dell’alluminio e della plastica delle capsule vuote, hanno immediatamente lanciato l’allarme.
Per correre ai ripari, aziende piccole e grandi si sono attivate per individuare nuovi materiali da utilizzare per la produzione di capsule biodegradabili. Non sarà facile trovare una soluzione tecnicamente percorribile e sufficientemente economica da poter essere utilizzata per una produzione destinata al mercato di massa.