19-06-2015 – Un’indagine conoscitiva sulla ristorazione delle scuole italiane, condotta dal Ministero della Salute in collaborazione con quello dell’Istruzione, ha evidenziato un servizio di distribuzione automatica carente per presenza e per qualità dell’offerta.
La ricerca è stata condotta su 7.733 istituti scolastici tra scuole dell’infanzia, elementari e medie chiamate a rispondere a un questionario incentrato su domande relative alla conoscenza delle linee guida sulla ristorazione scolastica e sugli alimenti proposti/consumati/consigliati.
Ne è emerso che il 73% delle scuole conosce le linee di indirizzo sulla ristorazione scolastica e che il 97,61% le applica, mentre c’è un 2,39% che pur conoscendole, non le applica.
Per ciò che concerne l’offerta, si è evidenziata una forte carenza di frutta come spuntino/snack, presente solo nel 28% delle scuole, e una moderata attenzione per alimenti della filiera corta: il 48% delle scuole non li usa; il 31% degli alimenti offerti è a km 0, il 30% proviene da agricoltura biologica, il 3% direttamente dal produttore, il 9% da altro.
Per ciò che riguarda il vending, i distributori automatici sono presenti solo nel 10% dei plessi. Di questi, solo il 3% offre alimenti e bevande a basso contenuto energetico come frutta fresca, yogurt, succhi di frutta o altro. Nella maggior parte dei casi, i distributori automatici presenti nelle scuole di 1° e 2° grado presentano un’offerta di prodotti tradizionali, quelli genericamente considerati junk food.
Come si vede, siamo ancora ben lontani dalla percezione del vending come canale distributivo di un’alimentazione sana che privilegi i prodotti del territorio, che dia spazio al biologico e che contempli prodotti dedicati a chi soffre di allergie e intolleranze.
Il comparto sta prendendo una precisa direzione in questo senso; ciò che manca è la consapevolezza da parte dei consumatori della possibilità di seguire un regime alimentare sano e adatto all’infanzia anche attraverso i distributori automatici.
