26-02-2019 – Sono i due big globali del beverage e negli ultimi anni hanno portato avanti politiche di acquisizione e diversificazione dei prodotti a portafoglio per riuscire a mantenere le proprie quote di mercato, ma mentre PepsiCo può gioire dei risultati dell’ultimo esercizio, Coca-Cola sembra ancora in sofferenza, sebbene registri un miglioramento.
Dati i risultati positivi, che vedono una crescita dal 2,5% nel primo semestre del 2018 e del 4,7% nel secondo, PepsiCo non intende cambiare strategie, quanto piuttosto mantenere l’attuale modus operandi, continuando ad investire nel business e tagliando costi per reinvestire le risorse recuperate, in modo da accelerare il tasso di crescita dei ricavi.
Non può ritenersi altrettanto soddisfatta Coca-Cola, nonostante le previsioni di crescita per il 2019. L’azienda chiude gli ultimi tre mesi del 2018 con ricavi in calo ma sopra le attese a 7,1 miliardi di dollari, il 6% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma oltre i 7,03 miliardi su cui scommetteva il mercato. L’utile netto si è attestato a 870 milioni di dollari, in deciso miglioramento rispetto alla perdita per 2,75 miliardi del quarto trimestre del 2017.
A spingere le vendite di Coca-Cola sono stati il tè, il caffè, l’acqua e le bevande sportive. Come per PepsiCo, anche per Coca-Cola sono in crisi le bevande gassate, le cui vendite sono scese dell’1%. Frenata anche per i succhi e le bevande a base di latte, che hanno segnato un calo del 2%. Grazie al successo del Fuze Tea in Europa e alla nuova linea di caffè in Giappone, i volumi di vendita di caffè e tea sono saliti del 3%. L’acqua e le bevande sportive hanno registrato un progresso dell’1%. Dati che mostrano come i consumatori scaricano le bevande gassate e zuccherate, con evidenti ripercussioni sulla perfomance economica dei player di mercato.