19-11-2014 – Lo afferma Daniele Marcaccioli, segretario territoriale di Perugia di Uila-Uil (comparto agroalimentare), e lancia un allarme proprio alla vigilia dell’apertura di Expo 2015 di cui il comparto costituisce il focus.
Il segretario esprime i propri timori su una ripresa del settore ed evidenzia le situazioni più a rischio, tra le quali quella della Nestlè Perugina e della Colussi.
Per Nestlè Perugina i tre sindacati (Uila-Uil, Flai-Cgil, Fai-Cisl) hanno messo in agenda un percorso di confronto con lavoratori e cittadinanza, coinvolgendo segreterie nazionali e istituzioni. Si sta inoltre già programmando un’iniziativa nazionale che, per l’inizio del 2015, potrebbe portare anche una delegazione di lavoratori, direttamente a Vevey, in Svizzera, visto che Nestlè non ha rispettato gli impegni che aveva assunto al momento della firma del contratto di solidarietà dei suoi lavoratori.
C’è poi la questione Colussi, i cui lavoratori, poche settimane fa, hanno firmato l’attuazione della Cassa integrazione. Non è ipotesi remota, se i confronti regionali o nazionali non fossero abbastanza incisivi, di spostare l’attenzione al Ministero che già conosce la situazione del gruppo.
Data la situazione del territorio umbro in vista dell’Esposizione Internazionale, Marcaccioli ha così affermato:
““Il food e l’alimentare, italiano e umbro, avranno una grande chance con l’Expo di Milano, ma il ‘made in Italy’ dovrà tornare a farla da padrone. In questo momento di deflazione, dove la concorrenza è soprattutto legata al prezzo, a discapito della qualità, per riemergere serve una nuova certificazione del ‘fatto in Italia’. Non basta più l’etichetta, occorre un marchio che assicuri contemporaneamente qualità del prodotto e della produzione, con il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle norme di sicurezza.”