15-11-2017 – Si discute molto dell’invecchiamento della popolazione italiana, un problema che investe una serie di tematiche a cui la società dovrebbe trovare soluzioni concrete: il costante calo delle nascite unito all’emigrazione dei giovani che cercano lavoro fuori dall’Italia e lì mettono su famiglia, fa di quello italiano un popolo destinato ad invecchiare con tutti i problemi che questa fase della vita comporta, non ultimo la demenza senile nelle sue varie forme.
Scopriamo, però, di non essere i soli. A quanto pare, anche il popolatissimo Giappone sta invecchiando rapidamente e, grosso modo, per i nostri stessi motivi. Risolvere le problematiche legate all’anzianità è diventata una priorità per il Governo giapponese che ha messo a budget finanziamenti destinati ai centri di ricerca che sviluppano soluzioni e prodotti destinati a questa fascia d’età. Due sembrano essere le emergenze: trovare delle soluzioni per la carenza di caregiver, ossia di personale atto all’assistenza, e riportare a casa gli anziani affetti da demenza che si perdono per le strade delle città.
Nel primo caso i ricercatori giapponesi hanno individuato nei robot la soluzione giusta, ovvero macchine automatizzate che aiutino gli anziani nei movimenti e, magari in futuro, anche in grado di comunicare; nel secondo caso l’idea è venuta alla multinazionale Asahi Soft Drinks Co., leader nel beverage e nella distribuzione automatica.
Considerato che solo nel 2016, in Giappone si sono persi  15,432 anziani con demenza, Asahi ha proposto l’idea di dotare ogni anziano a rischio di un braccialetto che venga riconosciuto dai distributori automatici che sono ad ogni angolo delle strade. Attraverso la geolocalizzazione, la vending machine registra la posizione e gli spostamenti della persona segnalandoli ad un familiare o, addirittura, chiamando un taxi che riporterà l’anziano a casa.
Una soluzione che potrebbe funzionare molto bene nei Paesi in cui il Vending pubblico è molto sviluppato.