08-05-2017 – Le battaglie condotte per 8 anni dalla ex First Lady Michelle Obama per educare il popolo americano alla sana alimentazione, a stili di vita corretti e combattere, di conseguenza, l’obesità dilagante, rischiano di essere vanificati dal nuovo Presidente.
Le nuove regole alimentari per le mense e i distributori automatici all’interno di scuole e campus saranno, infatti, ritoccate dalla nuova amministrazione Trump, nello specifico dal Segretario dell’Agricoltura Sonny Perdue. Nel corso di una visita presso una scuola elementare della Virginia, il segretario avrebbe annunciato che per l’anno scolastico 2017/2018 verranno introdotte regole più soft per ciò che concerne gli alimenti concessi agli studenti, inserendo qua e là qualche grasso e qualche zucchero in più.
La decisione nascerebbe dai dati emersi a conclusione di una ricerca, secondo la quale nelle scuole americane in cui sono state introdotti alimenti salutari (97%), gran parte dei pasti viene rifiutata dai ragazzi perché non gradita, così come molte referenze del genere restano invendute nei distributori automatici. I cibi non consumati vengono gettati nei rifiuti o diventano o, nel migliore dei casi, diventano compost. Non sarebbe gradito nemmeno il latte scremato, tant’è vero che si pensa di introdurre un tipo di latte con una percentuale di grassi più alta; allo stesso modo verrà diminuita la quantità di alimenti a base di cereali per fare spazio a pasti più appetitosi.
Secondo i nuovi amministratori, l’introduzione della sana alimentazione non ha senso e non raggiunge gli obiettivi se i cibi non vengono realmente consumati, mentre l’aumento di una piccola percentuale di grassi e zuccheri nella dieta dei più giovani renderebbe snack e past più appetibili senza incidere in maniera sostanziale sulla loro salute.
Howell Wechsler, CEO di Alliance For a Healthier Generation. associazione che ha lavorato in questi anni per introdurre un’alimentazione sana in oltre 35.000 scuole americane, ha così commentato:
“Non vorremmo standard di studio più bassi per la lettura, la scrittura e la matematica solo perché gli studenti le trovano materie difficili e non dovremmo volerne neanche nella nutrizione scolastica!”