19-10-2016 – La storia di Riccardo Nannipieri è riportata dai media locali – siamo nella provincia di Livorno – e testimonia che di fronte alla crisi del commercio tradizionale, il vending può rappresentare un canale attraverso il quale ricollocarsi professionalmente, migliorando semmai anche la qualità della propria vita privata.
La vicenda personale di Riccardo Nannipieri ricalca un po’ il destino che, in seguito alla crisi economica, ha accomunato tanti piccoli commercianti schiacciati sia dal calo dei consumi che dal moltiplicarsi di centri commerciali e megastore, oltre che dalla crescente tendenza dei consumatori a fare acquisti attraverso e-commerce.
Nel 2006 Riccardo Nannipieri aveva ereditato l’attività di famiglia, un negozio di frutta e verdura che per i primi tempi era andato bene. Con l’avvento della crisi economica globale, acuita dagli altri fattori su elencati, il giovane commerciante ha visto le vendite ridursi sempre di più al punto di sentire la necessità di dismettere l’attività di famiglia.
Prima di abbassare definitivamente la saracinesca, l’imprenditore ha voluto però testare una forma di commercio più al passo coi tempi e con le esigenze dei consumatori ed ha aperto in città un primo negozio automatico che ha dato sin da subito interessanti risultati. A quel punto – era il 2014 – ha deciso di “cambiare mestiere” vendendo il negozio di frutta e verdura e prendendo in gestione un secondo negozio automatico, per poi aprirne un terzo nel 2015.
Riccardo ammette che si tratta di un’attività impegnativa ma è convinto di aver fatto la scelta giusta: i suoi negozi automatici non solo gli consentono di vivere decorosamente da un punto di vista economico, ma gli consentono anche di avere tempo per la famiglia e per le sue personali esigenze. Un’opportunità, questa, sicuramente preclusa dalla precedente “vita da negozio” che lo teneva dietro al bancone per 12 ore al giorno.
