Ne sono protagoniste le “donne del caffè”, quelle che nei piccoli villaggi asiatici, africani, centro e sudamericani ogni giorno si recano nelle piantagioni e consacrano ore di duro lavoro alla coltivazione delle bacche.
Quella che per noi occidentali è la seconda commodity, per queste donne è pura sopravvivenza. Ed è per questo che il caffè costituisce per loro un bene prezioso, di cui seguono con attenzione i primi step, quelli più importanti, dell’intera filiera.
Lo coltivano, lo raccolgono, lo selezionano bacca dopo bacca, lo stivano in sacchi e lo caricano sui camion che lo porteranno ai mercati locali e da qui nel resto del mondo.
Sul duro lavoro di queste donne, pagato al prezzo della sopravvivenza, si costruisce uno dei più fiorenti business mondiali.
Il nostro rispetto va alla dedizione e all’umiltà delle “donne del caffè”.