Si è tenuto a CIBUS il convegno “La filiera delle bevande analcoliche, rischi e opportunità” organizzato da ASSOBIBE, associazione di CONFINDUSTRIA che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, e CONFAGRICOLTURA.
Nel corso dell’evento, in cui sono stati presentati i dati della ricerca commissionata da ASSOBIBE a Nomisma dal titolo “Il settore delle bevande analcoliche in Italia nell’era post covid”, è stata data voce alle preoccupazioni di un intero settore in merito alle incertezze dei prossimi mesi e alle conseguenze dell’entrata in vigore della Sugar Tax, prevista per il prossimo 1° gennaio 2022.
L’introduzione dell’imposta, che comporterà un incremento della fiscalità del 28%, penalizzerà i consumi, con ripercussioni negative su ogni anello della filiera legate alle minori attività e conseguente rischio di perdita di posti di lavoro.
Questa tassa si abbatte su un settore già fortemente penalizzato dalla pandemia e dalle chiusure del canale Ho.Re.Ca. con una contrazione nel 2020 del 10% del fatturato, con conseguente rischio di perdita di posti di lavoro per oltre 5.000 lavoratori.
A risentire maggiormente degli impatti socio-economici della Sugar Tax saranno le PMI, ben il 64% delle aziende totali del settore e custodi della tradizione alimentare italiana; non rimarranno illese le aziende della filiera, con i fornitori che vedranno un calo di acquisti di materie prime food e non food per 250 milioni e ripercussioni importanti anche a livello territoriale, in particolare per regioni come Sicilia e Calabria da cui principalmente l’industria acquista la frutta, con il rischio che le aziende siano costrette ad approvvigionarsi dall’estero a minor costi rispetto a quelli nazionali.
A causa della Sugar Tax si prevede un -17% sui consumi domestici (-12% bevande gassate e -30% bevande non gassate), con conseguenti ricadute sugli operatori della distribuzione; mentre sul canale “fuori casa” – già fortemente in sofferenza a causa delle limitazioni Covid in ristoranti, bar e pubblici esercizi – è previsto un -9% (sempre a volume) delle vendite con riflessi negativi su grossisti, distributori e punti vendita.