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Acqua pubblica e borracce riutilizzabili in ospedale al tempo del Coronavirus

Le società che gestiscono le risorse idriche delle regioni italiane hanno registrato un aumento dei consumi di acqua di rubinetto da parte dei cittadini, legato sicuramente all’esigenza di lavarsi spesso le mani, ma soprattutto al lockdown che ha costretto tutti a stare in casa, a vivere gli ambienti per molte più ore rispetto al consueto, con la conseguente necessità di effettuare pulizie più frequenti, che comportano necessariamente maggiori consumi idrici.
All’acqua si attribuisce ora un nuovo ruolo: quello di presidio igienico-sanitario per contrastare la diffusione del Virus.
La chiusura forzata, inoltre, ha contribuito ad accrescere l’impegno verso la sostenibilità, e quindi la volontà di ridurre l’uso della plastica,  stimolato anche dalla necessità di risparmiare, data la criticità del momento.


Il Gruppo CAP, che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, riferisce di un incremento dell’8% nel consumo domestico e di un calo del 17% nei settori dell’industria, del commercio e dell’artigianato.


Anche alcuni presidi ospedalieri in prima linea nella lotta contro il COVID-19 hanno scelto di somministrare ai pazienti acqua pubblica.
Un esempio è l’ospedale da campo di Cremona, la cui gestione è affidata alla Ong americana Samaritan’s Purse, che ha scelto di fornire ai pazienti borracce riutilizzabili che vengono riempite con l’acqua della Casetta realizzata da Padania Acque in fase di allestimento del campo.
Dovendo creare una rete idrica dedicata per permettere all’ospedale da campo di funzionare, la società che si è occupata dei lavori e il gestore delle risorse idriche hanno realizzato due linee di acqua, una con maggiore concentrazione di cloro, da utilizzare per  il lavaggio delle attrezzature ospedaliere e una di acqua potabile destinata ai lavabi e alla casa dell’acqua, installata all’esterno del campo.
Da essa viene prelevata l’acqua da bere che viene somministrata a personale sanitario e pazienti attraverso borracce in tritan riutilizzabili.
Stessa soluzione è stata realizzata presso l’ospedale da campo di Crema.
A quanto pare una soluzione alternativa alla minerale in bottiglia a cui si è ricorso in diversi ospedali e case di cura, già prima dell’emergenza Coronavirus.

Come da sempre confermano medici e scienziati, gli ospedali sono un ricettacolo di virus e batteri e ci sembra quanto meno strano che proprio qui, al posto della sicura acqua minerale confezionata, si siano scelte le borracce: chi si occupa della loro igienizzazione quotidiana, visto che sono utilizzate da malati, in gran parte allettati e impossibilitati a provvedere da sé?

In presenza di un virus così aggressivo come il COVID-19, contro il quale la prima arma raccomandata è l’igiene, la scelta ci appare bizzarra, per non dire discutibile.

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