01-07-2015 – Cresce di giorno in giorno il numero delle case dell’acqua nel nostro Paese.
La loro presenza ha un doppio significato: da una parte rappresentano un risparmio per i cittadini abituati ad acquistare acqua confezionata e la valorizzazione dell’acqua pubblica da parte delle amministrazioni comunali; dall’altra sono segnale di un modo di vivere sostenibile, rispettoso dell’ambiente grazie alle grandi quantità di plastica risparmiate con tutto ciò che ne consegue.
Ma in Africa, dove l’acqua è un bene prezioso quanto la vita, avere a disposizione una casa dell’acqua significa avere un punto di approvvigionamento sicuro e a basso costo.
Ne è prova la casa dell’acqua messa in funzione a Nairobi, capitale del Kenya, un sistema che a fronte di una modica spesa permette ai cittadini di rifornirsi di acqua sicura, priva di contaminazioni, controllata dalle autorità. Questi chioschi erano stati finora sperimentati in aree rurali ed è la prima volta che compaiono in una grande città come Nairobi, una megalopoli che conta circa 4,5 milioni di abitanti, la più popolosa dell’Africa orientale.
Qui il problema è portare acqua sicura nelle baraccopoli dove le condizioni igieniche sono precarie e la gente va a rifornirsi presso sorgenti non controllate.
Le case dell’acqua a Nairobi sono al momento 4 e la loro installazione si deve ad un accordo tra il governo locale e l’azienda danese Grundfos. Il prezzo dell’acqua è di 50 cent di scellino kenyota (mezzo dollaro) per 20 litri d’acqua.
Da notare che, mentre il sistema operativo alla base del funzionamento della casetta è tecnologicamente avanzato (schermo touch, display ecc.) la casa dell’acqua è in muratura piastrellata e il punto erogazione è un tubo che fuoriesce dal muto. Per non parlare delle condizioni igieniche delle taniche che i kenyoti vanno a riempire…
