Si è concluso ieri notte il Consiglio dei Ministri sulla Legge di Bilancio, seguito nel corso della mattinata dalla conferenza stampa del primo ministro Meloni.
Tra i vari punti, l’annunciato rinvio di plastics e sugar ancora di una anno, che fa ben sperare in una definitiva cancellazione delle due accise, come peraltro promesso nel corso degli Stati Generali del Vending dai rappresentanti politici intervenuti.
Pronunciandosi sul ricorso presentato da ASSOBIBE il 26 luglio 2021 contro il decreto attuativo della c.d. Sugar tax, il Tribunale Amministrativo ha infatti rimandato alla Corte Costituzionale l’esame dei commi 661-676, dichiarando “rilevante e non manifestamente infondata” la questione di legittimità costituzionale in relazione al fatto che l’imposta è applicata alle sole bevande analcoliche contenenti edulcoranti.
“Da anni ci battiamo perché venga riconosciuta la natura discriminatoria della Sugar tax, oltre che la sua inutilità ai fini salutistici e di gettito per lo Stato, soprattutto a fronte dell’impatto che avrebbe su imprese, filiera e posti di lavoro”, dichiara Pierini.
ASSOBIBE ricorda che la tassa, che colpisce tutte le bevande dolci – con zucchero, senza zucchero o con succo di frutta (naturalmente dolce), non lasciando alternative ai produttori in materia di innovazione di prodotto o riformulazione – si traduce in un aumento del 28% della pressione fiscale su un litro di bevanda analcolica, con un effetto recessivo (stime Nomisma) del -11,6% nel 2023 rispetto al 2022 e del 17,1% rispetto ai livelli pre-pandemia, e oltre 5.000 posti lavoro a rischio. A farne le spese saranno soprattutto le PMI, che rappresentano il 64% delle imprese del settore: circa l’80% passerebbe da un utile a una perdita, con conseguenze su tutta la filiera a esse collegata.
“Il posticipo dell’entrata in vigore deciso dal Consiglio dei Ministri è un primo segnale importante per le imprese del settore – conclude il Presidente di ASSOBIBE -. È ora auspicabile un rapido intervento del Parlamento per una cancellazione definitiva che faciliti investimenti altrimenti bloccati da un’ulteriore tassa che sarà prima o poi giudicata incostituzionale”.