07-06-2016 – Contrariamente a quanto si possa pensare, in Australia mediamente un cittadino su due consuma abitualmente caffè. Questo dato, per quanto scettici possa rendere noi italiani che crediamo di detenere il primato di consumatori abituali di caffè, ha in sé una profonda radice storica e culturale. Basti considerare quanto è avvenuto nel decennio tra gli anni cinquanta e sessanta del novecento: molti sono stati gli italiani che hanno lasciato il Bel Paese e tra le mete preferite figurava sopratutto l’Australia. Da buoni tradizionalisti, hanno portato con sé il culto del caffè e della torrefazione, facendo aumentare il numero di bevitori di caffè nel paese ospitante.
Ma ciò che risulta particolarmente interessante è il fatto che, gli australiani, prediligono sempre più il caffè espresso al caffè solubile. Tale tendenza si evince da quanto è avvenuto nell’ultimo quinquennio in cui è stato riscontrato che il numero di consumatori di caffè espresso è aumentato significativamente e sopratutto aumentano coloro che preferiscono consumare un buon caffè espresso al bar, dimostrando come vengono preferite le miscele di qualità anziché la rapidità del caffè solubile.
Potremmo dunque chiederci: “Ma come mai gli australiani preferiscono il caffè degli italiani al the dei colonizzatori inglesi?”. La risposta risiede in un nome, Giancarlo Giusti, il quale può essere ritenuto il padre del caffè in Australia. A Melbourne nel 1950, fondò una torrefazione artigianale nel distretto di Lygon Street, oggi distretto di bar e ristoranti italiani, iniziando a tostare e distribuire personalmente il caffè ai locali attorno alla città. La sua attività, chiamata Grinders Coffee, incontrò da subito successo e lo scorso 2012 ha celebrato il primo cinquantenario. Da quel momento in poi l’uso e il consumo di caffè nel Paese è cresciuto in maniera esponenziale.
Nonostante siano trascorsi oltre cinquant’anni, gli australiani continuano ad accostare un attributo fondamentale alla produzione e al consumo di caffè, la qualità, fondamentale anche per i piccoli coffe-shop del paese che propongono al pubblico caffè provenienti da torrefazioni locali e artigianali piuttosto che dalla grande industria del caffè.
Ne consegue che, mentre la domanda per il caffè di scala industriale tende a crescere a livello mondiale, in Australia vi è sostanzialmente la tendenza inversa: il mercato australiano sembra essere su un livello differenziale preferendo torrefazioni locali ed artigianali, come vuole la più antica delle tradizioni, cioè quella che il secolo scorso gli emigrati italiani hanno insediato nel Paese d’oltreoceano.