Gli effetti che il caffè può avere sulle performance mentali – concentrazione, risveglio, controllo motorio, creatività, apprendimento e memoria – sono ben noti e confermati da un’ampia letteratura scientifica, ma finora non erano mai stati analizzati i cambiamenti che un suo consumo moderato può determinare sulle connessioni cerebrali.
A farlo per la prima volta uno studio condotto dalla School of Medicine della University of Minho (Portogallo), promosso dall’Institute for Scientific Information on Coffee – ISIC e pubblicato su Molecular Psychiatry.
Quello che il team di scienziati ha recentemente e per la prima volta evidenziato è il ruolo benefico del caffè sulla connettività e la funzionalità tra le diverse aree cerebrali che, secondo le evidenze scientifiche, influiscono sull’intelligenza, intesa come capacità individuale di elaborare le informazioni a livello cognitivo.
Per essere in forma anche a livello mentale, il caffè è un “brain food” che non può mancare nella propria routine alimentare. Dalla scienza arriva dunque una nuova conferma di quanto i “coffee lover”, in cuor loro, già sapevano molto bene, soprattutto in un paese amante di questa bevanda come l’Italia: come fotografa la ricerca “Gli italiani e il caffè” condotta da AstraRicerche per Consorzio Promozione Caffè, chi beve caffè lo fa anche per le sue qualità energizzanti, indispensabili al risveglio o nei momenti della giornata in cui ricercano maggiore concentrazione. Niente male per una bevanda amata in tutto il mondo, che continua a stupire per i numerosi benefici che può dare a corpo e mente.