Come noto, una dopo la altra e nell’arco di pochi giorni, erano giunte presso queste aziende delle buste contenenti una polverina bianca, accompagnata da una lettera di minaccia: se non avessero pagato 300.000 euro, il mittente avrebbe avvelenato i prodotti dei marchi coinvolti, sugli scaffali dei supermercati. L’obiettivo, oltre quello di incassare quanto richiesto, era anche di screditare i brand, facendoli passare per colpevoli di casi di avvelenamento.
Le lettere risultavano spedite da Gand in Belgio ed erano firmate dal sedicente gruppo Quick & Flupke Associati, i quali si definivano non terroristi o malati di mente, ma uomini di affari.
Il caso era quindi passato nelle mani della Polizia Scientifica e dei pm Emilio Gatti e Paolo Scafi, ai quali è arrivata conferma della natura della polvere bianca: si tratta effettivamente di oleandrina, sostanza ricavata dalla pianta dell’oleandro, tanto bella quanto velenosa.
Le azioni dei magistrati proseguono allo scopo di individuare i colpevoli, fermo restando che nulla è accaduto dopo la scadenza imposta per il pagamento, che era il 20 maggio. Con ogni probabilità di un tentativo di estorsione di uno/alcuni mitomani che ci hanno semplicemente provato.