Si tratta di un sistema di sensori in grado di “annusare” e di “assaggiare” le miscele Danesi per individuare la tostatura ottimale dei grani verdi da cui dipende la qualità della bevanda in tazza. Verranno analizzate molecole e composti prodotti durante il processo di tostatura, per poter identificare le molecole ‘sentinella’ di miscele pregiate. E questo sistema hi-tech, quando sarà perfezionato, verrà inserito all’interno del processo produttivo del caffè.
“Con la Danesi abbiamo allestito sia presso ENEA che presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, un laboratorio di ricerca dotato di una macchina da caffè professionale, come quella che troviamo nei bar e che, come napoletano, posso garantire che fa degli ottimi caffè! Nei laboratori, infatti, analizzeremo non solo i composti chimici presenti nelle miscele di caffè Danesi, ma anche quelli contenuti nella bevanda stessa; composti che si formano durante la fase di tostatura, a seguito della degradazione delle sostanze contenute nei chicchi verdi, e che determinano l’aroma e il sapore del caffè Danesi bevuto a casa o al bar”, spiega Gianfranco Diretto, ricercatore del Laboratorio Biotecnologie dell’ENEA e responsabile per l’Agenzia del progetto COMETA.