19-12-2017 – Se si volesse attenere agli ultimi dati relativi ai consumi di caffè in Europa, un torrefattore o comunque un imprenditore del settore, dovrebbe dirigere l’attività di esportazione verso l’Europa dell’Est piuttosto che verso nazioni europee storicamente più ricettive verso questa bevanda.
I dati di alcuni studi, come quelli condotti dall’ICO – Organizzazione Internazionale del Caffè – indicano i Paesi dell’Est europeo come quelli in cui il trend di crescita è più evidente; i Paesi dell’Occidente europeo, invece, mostrano segnali di flessione nel consumo pro capite, anche laddove il caffè è un rito tradizionale, come l’espresso in Italia, o una bevanda indispensabile per contrastare i climi freddi, come il Nord Europa.
Rispetto al 2016, i Paesi occidentali che hanno registrato contrazioni più evidenti sono la Danimarca (-0,8%), l’Olanda (-0,7%), il Lussemburgo (-0,5%), la Germania e la Norvegia (-0,4%), l’Italia, l’Austria, la Svizzera e la Francia (-0,2%); crescono la Finlandia (+0,4%), il Regno Unito (+0,3%) e il Portogallo (+0,1%). Mentre i consumi in Europa occidentale in linea generale stagnano, l’inversione di tendenza che si registra nella parte orientale sorprende. Inattesa soprattutto la crescita dei consumi di caffè in Paesi come l’Estonia (+0,9%), la Lituania (+0,5%) e la Bielorussia (+0,4%), un andamento positivo legato sia alla ripresa economica che al diffondersi di caffetterie di stampo occidentale.
Per quanto riguarda i consumi pro capite, secondo la classifica dell’ICO, l’Italia è finita al tredicesimo posto; restano in testa i Paesi freddi della fascia nordeuropea (il primato resta alla Finlandia) e le nazioni centro-settentrionali, ordine di arrivo che permette all’Italia di conservare il record di prima area geografica a clima temperato per consumi nazionali.
Per l’esportazione di caffè torrefatto l’Est Europa diventa un mercato sempre più interessante.
Fonte: Investire Oggi
