27-02-2018 – Da quando la cannabis “leggera” è stata legalizzata in Italia, anche il Vending ha voluto fare la sua parte sulla scorta di quanto è avvenuto in altri Paesi del mondo, nei quali la legalizzazione è arrivata molto prima che da noi.
Non ci riferiamo all’uso della cannabis a scopi curativi – quella prescritta dai medici, per intenderci – ma alla “Legal Cannabis”, certificata dall’Unione Europea, costituita dalle infiorescenze dove il Thc, che è la sostanza psicoattiva, presenta livelli inferiori a quello massimo (0.2%) previsto dalla legge 242 del 2 dicembre 2016. In questo tipo di canapa industriale è presente il cannabidiolo, che ha effetti rilassanti, anticonvulsivanti, antidistonici, antiossidanti e antinfiammatori. In buona sostanza, ha molti effetti positivi sulla salute che, uniti al potere rilassante, capace di coadiuvare il sonno, ne fanno un valido aiuto per un sano equilibrio psico-fisico.
La Distribuzione Automatica ha colto l’opportunità di questa nuova nicchia di mercato e, un po’ a macchia d’olio soprattutto nel Nord Italia, già nel 2016 sono cominciati ad apparire, seppur in maniera discreta, i primi distributori automatici di cannabis legale. Il successo ha fatto sì che il fenomeno si allargasse: con sempre maggiore frequenza ci si può imbattere in questo tipo di macchine, spesso posizionate accanto o nelle vetrine delle tabaccherie.
Chi si è lanciato in questo tipo di attività, ritiene di contribuire in qualche modo ad arginare il fenomeno dello spaccio, dando un’opportunità “legale” a chi ama fumare cannabis semplicemente per rilassarsi. C’è, invece, chi storce il naso, interpretando il fenomeno come un’appendice dello spaccio vero e proprio, che metterebbe a rischio la sicurezza, soprattutto nelle zone più periferiche delle città. È chiaro che questa interpretazione nasce da una conoscenza sommaria del prodotto e, soprattutto, dei parametri che la rendono legale.
