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Da Nord a Sud parte la candidatura del caffè espresso a patrimonio dell’UNESCO

In occasione del convegno internazionale sul tema “I patrimoni culturali immateriali, tra rito e socialità“, promosso dalla Regione Campania in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza e l’Università della Campania Luigi Vanvitelli, che si è tenuto il 2 dicembre scorso, è stata lanciata la candidatura del caffè espresso napoletano come patrimonio dell’umanità Unesco.
Anche sulla scia di quanto accaduto a causa delle trasmissioni di Report che hanno bocciato il caffè dei bar del Sud Italia (oltre quello in capsula) la candidatura vuole sottolineare l’unicità dell’espresso napoletano, diverso per gusto, cremosità e corpo da quello del resto d’Italia (e del mondo).
Pertanto, la candidatura si pone l’obiettivo di valorizzare l’espresso napoletano come prodotto del territorio, un po’ come accaduto con la pizza.


Contemporaneamente, da Conegliano Veneto, il Consorzio di Tutela del caffè Espresso Italiano Tradizionale ha lanciato la candidatura del caffè espresso italiano a patrimonio immateriale dell’UNESCO.
L’On. Luca del Carlo, presidente del dipartimento Eccellenze italiane di Fratelli d’Italia, ha così commentato:
Un rito culturale e sociale che accomuna il popolo italico dall’adolescenza alla vecchiaia, caratterizzato dalla pratica dell’offerta, della convivialità e dalla condivisione, è parte dell’eredità culturale immateriale su cui si fonda la nostra comunità ed è un onore per me essere direttamente coinvolto nella presentazione di un’iniziativa così lodevole volta alla difesa e alla valorizzazione di un bene identitario per la nostra popolazione. Ancor più mi inorgoglisce il fatto che il progetto di tutela del caffè espresso italiano sia un’iniziativa che parte dal Veneto ma che coinvolge tutta Italia”.

Entro novembre 2020 l’UNESCO dovrebbe esprimersi sulle candidature.

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