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Dai fondi di caffè carta e creme di bellezza

02-03-2018 – C’è una parte della drupa, vale a dire del chicco del caffè che, alla fine del processo di lavorazione, va a finire negli scarti e che potrebbe invece essere riutilizzata nell’industria cartiera e in quella cosmetica.
Si tratta di un piccolo strato protettivo del nucleo del chicco, definito silver skin, talmente piccolo da costituire solo il 2% del peso totale del chicco. Eppure, ogni anno le nostre torrefazioni ne smaltiscono circa 7,5 tonnellate, solitamente recuperate come compost, una quantità tale che ha spinto un team di ricercatori dellIstituto di scienze e tecnologie molecolari del CNR, dell’Università di Milano e di Eurac Research a studiare come poter dare nuova vita al silver skin, trasformandolo in altra materia.
Gli studi molecolari compiuti dai ricercatori hanno dimostrato che il silver skin può essere utilizzato come additivo naturale nella lavorazione della carta e come componente delle creme cosmetiche per la cura della pelle.
Per questo motivo, si è deciso di passare alla fase successiva del progetto, affinché si dimostri che la lavorazione di questa parte del caffè possa entrare nella logica dell’economia circolare e non impattare sull’ambiente.
Gli studiosi inizieranno a sperimentare la lavorazione del silver skin analizzando parametri, come le emissioni di CO2  e il consumo energetico di tutte le fasi produttive, compreso il trasporto nelle industrie di riferimento, quali appunto le cartiere e le industrie del beauty.
Al progetto partecipano anche la cartiera Favini e l’azienda cosmetica Intercos.

caffè
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