Le cabine telefoniche di Londra non sono sempre state così: all’inizio erano color crema con solo la porta rossa – il colore aziendale del British Postal System e si chiamavano K1, abbreviazione di Kiosk 1.
La K6 di Gilbert Scott è diventata l’icona di Londra più “instagrammata” del XXI secolo, uno dei motivi per cui gli inglesi non vogliono che spariscano, sebbene siano ormai in disuso. L’avvento dei cellulari ne ha decretato il pensionamento e, per salvare un simbolo della cultura britannica, British Telecom ha lanciato il programma Adopt a Kiosk Scheme, che permette a chiunque abbia un’idea di adottare per la simbolica cifra di 1 sterlina una delle 4.000 cabine ancora “in vita”.
Da qui è iniziata la riconversione delle K6, che sono diventate deposito per defibrillatori, piccole librerie, centri di cromoterapia e informazioni per i turisti, ma soprattutto drink & food dispenser. La maggior parte delle K6, infatti, è stata trasformata in minibar, focaccerie, piccole pasticcerie, gestite soprattutto da italiani.
Gabriele Contente, per esempio, ha aperto una Pinkadella, ovvero un punto vendita di focacce e mortadella, oltre che di caffè.
Obiettivo del suo progetto è di ripristinare le parti rovinate e riportare le cabine al loro splendore, evitando – come sta accadendo – che attirino comportamenti antisociali, diventando punto di ritrovo per balordi.
Ma non è solo questo l’effetto positivo: inserendo al loro interno delle vending machine, si potrà offrire un servizio moderno ai cittadini e ai turisti che frequentano questa zona di Londra molto affollata, consentendo loro di fare uno spuntino o bere un drink senza fare la fila e aspettare il proprio turno nei negozi.
Nuriyeh Popalzi ha detto che tutti i profitti delle vendite saranno donati in beneficenza e intanto attende l’esito della sua domanda, che è in fase di consultazione.