Si tratta di un involucro che sigilla ermeticamente ogni lattina, evitando contaminazioni batteriche e sprechi. Con un bassissimo impatto ambientale e la sicurezza di un prodotto igienico, garantisce totale sicurezza alimentare e tranquillità al consumatore finale. Inoltre, l’involucro può essere realizzato in materiale biocompostabile, unendo, quindi, all’esigenza igienica, quella del rispetto per l’ambiente. Tutte le componenti possono essere smaltite negli appositi contenitori per la raccolta differenziata, contribuendo in maniera attiva a una sensibile riduzione dei rifiuti non riciclabili. All’interno di Eccolo è possibile inserire una cannuccia, in materiale biodegradabile e compostabile anch’essa, per fornire al cliente un plus che si rivelerebbe utile, soprattutto se l’acquisto avviene in stazione, ufficio, università, etc.; dunque, tramite un distributore automatico di bibite.
Un sistema che somma ai vantaggi per la salute e per l’ambiente già elencati, anche un considerevole potenziale pubblicitario, poiché dà la possibilità di apporre sull’involucro, in corrispondenza della parte superiore della lattina, un adesivo con logo e informazioni aziendali. Questo permette, innanzitutto, di non occultare il marchio dell’azienda produttrice stampato sul lato maggiormente visibile
Eccolo nasce in Puglia, dallo spirito di osservazione di Giovanni Sanasi, un barman dall’esperienza trentennale che, negli anni, ha avuto la lungimiranza di ideare soluzioni di utilizzo quotidiano. Nel tempo, infatti, la sua innata capacità di problem solving ha dato origine a svariate invenzioni, sempre con una fortissima vocazione green e orientate a un consumo più consapevole. Solo per citare le più recenti: le palettine per il caffè da asporto in legno di frassino, le cannucce biodegradabili e compostabili e le bustine di zucchero da 3 g, anch’esse in materiale compostabile. Ogni brevetto è, innanzitutto, frutto di una brillante capacità di analisi; nel caso delle bustine di zucchero, ad esempio, l’input viene direttamente fornito dai clienti, che sono soliti consumare circa la metà della quantità presente in una bustina tradizionale, lasciando, quindi, un residuo alimentare organico in un involucro di carta. Dettaglio non trascurabile, quest’ultimo, se si considera che, per ciascun cliente, è necessario che il barman separi i materiali per smaltirli correttamente negli appositi contenitori. E, se si moltiplica questa operazione per le centinaia e centinaia di caffè giornalieri, si comprenderà facilmente come o si comprometteranno efficienza e rapidità del lavoro nei momenti di massima affluenza o, anche inavvertitamente, si rischierà di non condurre una raccolta differenziata corretta. Con la bustina da 3 g, infatti, la riduzione del contenuto di zucchero permette, innanzitutto, una riduzione degli sprechi della materia prima, agevolando le successive operazioni di smaltimento dei rifiuti, anche in virtù della natura compostabile dell’involucro.
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