In emergenza COVID-19, EVOCA è stato il Primo Gruppo Metalmeccanico della bergamasca a sospendere le attività produttive per tutelare i propri dipendenti ed è pronto a riaprire i suoi stabilimenti il 23 marzo, dopo 14 giorni di chiusura preventiva.
Al via anche una raccolta fondi per l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Di seguito il Comunicato di EVOCA GROUP
Evoca Group è stata la prima grande azienda metalmeccanica che in data 9 marzo ha
Le altre sedi italiane, comprese le agenzie commerciali sul territorio e le filiali estere, sono rimaste operative. Le sedi bergamasche prevedono di tornare operative il prossimo 23 marzo, così che siano stati rispettati i 14 giorni di isolamento cautelativo dal virus.
Al contempo la continuità del business è stata garantita nel corso di queste due settimane attraverso diverse iniziative: dal potenziamento dello smart working alla continuità di servizio del polo logistico di Grassobbio, rimasto aperto per garantire la spedizione delle merci.
Non da ultimo per importanza e sempre in accordo con le rappresentanze sindacali, con cui sono state concertate tutte le iniziative intraprese in fatto di tutela della salute dei dipendenti, l’azienda ha avviato un’azione di solidarietà tra i dipendenti per la raccolta di fondi a favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. L’importo complessivo raccolto entro il 20 marzo sarà, inoltre, almeno raddoppiato dall’Azienda tramite sua donazione formale.
“Abbiamo anteposto senza esitazione la salute e la sicurezza dei dipendenti, decidendo già il 9 marzo la sospensione temporanea delle nostre attività produttive”, conclude Andrea Zocchi Amministratore Delegato di Evoca Group. “Questa scelta rappresenta in modo integrale e genuino la filosofia del nostro Gruppo e trova un ulteriore rafforzamento nella decisione di questi giorni di attivare una raccolta fondi a favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo che sta combattendo in prima linea questa emergenza sanitaria. Azioni di tutela sono garantite anche per tutti i dipendenti delle nostre filiali estere che stanno vivendo una situazione molto simile alla nostra”.