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Il Parlamento approva l’aumento della percentuale di succo d’arancia

28-10-2014 – Nonostante i pareri discordi, il Parlamento ha approvato in via definitiva la norma che prevede l’innalzamento dal 12% al 20% di succo d’arancia nelle bibite.
Si tratta di una norma valida solo per la produzione italiana che esclude gli altri Paesi comunitari e incentiva, di conseguenza, l’importazione di bibite all’arancia di provenienza estera. È di questo parere Assobibe, che rappresenta i produttori di bibite analcoliche, che così commenta la decisione del Parlamento:
Il problema  di fondo- spiega il presidente Aurelio Ceresoli – è che la nuova norma è applicabile alla sola produzione in Italia e non ai prodotti importati. La scelta di discriminare e penalizzare la produzione made in Italy rimane incomprensibile per tutte le aziende che producono, investono e creano occupazione in Italia. Un caso di autolesionismo anziché di tutela delle industrie nazionali e dei loro lavoratori. Non è inoltre vero, né dimostrabile che l’aumento al 20% si tradurrà automaticamente in un maggior impiego di forniture di succo solo italiano. Infatti più si indebolisce la quota di mercato di bibite made in Italy a favore di quelle prodotte all’estero, minori saranno le forniture di succo italiano. Oltretutto questo provvedimento incide su un settore – quello delle bibite rinfrescanti alla frutta – che pesa solo per il 10% su tutto il più ampio comparto dei succhi“.

Discorde il parere di Coldiretti che considera l’approvazione della norma una sconfitta della lobby delle aranciate senza arance. Inoltre, l’Associazione degli Agricoltori ritiene che essa possa salvare diecimila ettari di agrumeti in regioni fortemente penalizzate come la Sicilia e la Calabria.

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