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Il rincaro delle materie prime causa un circuito illecito per il recupero dei RAEE

Erion, sistema multi-consortile no profit per la gestione dei RAEE (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) ha presentato il Bilancio di Sostenibilità 2021 che evidenzia una diminuzione della quantità di rifiuti gestiti rispetto al 2020 (-3,8%). Un risultato preoccupante dal momento che l’economia circolare punta ad un incremento costante del recupero e riutilizzo dei materiali. Tornare indietro non è accettabile.

Quali sono le cause?

Secondo quanto riportato da Erion, a monte del fenomeno ci sarebbe il rincaro delle materie prime (+ 50% per il ferro, +27% per l’alluminio e +45% per il rame nel 2021) che le ha rese appetibili per il mercato parallelo, un circuito clandestino ed illecito, che trae profitto dal recupero delle componenti di cui sono fatti grandi e piccoli elettrodomestici, apparecchiature informatiche (computer, monitor e stampanti), pile, dispositivi medici, distributori automatici e così via.
Si tratta di un fenomeno da contrastare con forza, poiché allontana l’Italia dal target di raccolta fissato dall’Unione Europea (più di 10 kg pro-capite all’anno) e riduce la quantità di materiali da poter recuperare e rimettere sul mercato.


Erion è una società consortile nata due anni fa dalla fusione tra Ecodom e Remedia alla quale aderiscono 2.500 produttori.
Nel 2021 ha gestito su tutto il territorio italiano 290.880 tonnellate di E-Waste, di cui 266.614 tonnellate di Raee domestici, 23.561 tonnellate tra pile e accumulatori e 705 tonnellate di Raee professionali.
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