19-02-2016 – Il Rajasthan Indiano ferma la Coca-Cola e la Pepsi, sconfitte entrambe dopo numerose battaglie e pressioni che perduravano da oltre 10 anni, costringendo così il colosso americano a sospendere definitivamente l’imbottigliamento delle sue bibite in ben tre impianti.
L’accusa è quella di sfruttare le risorse idriche destinate alle campagne e di usurpare le terre delle comunità contadine inquinando così il suolo attraverso il rilascio di sostanze chimiche usate per il riutilizzo delle bottiglie. Se consideriamo che l’agricoltura indiana utilizza il 91% dell’acqua piovana contro il 7% utilizzato dalle aree urbane e il 2% dall’industria,possiamo ben comprendere il danno che ne deriva per l’economia contadina.
L’attacco nei confronti della Coca-Cola e della Pepsi rivale è proprio quella di consumare sproporzionata quantità di acqua sia per il ciclo della produzione delle bevande che per il lavaggio delle bottiglie.
Il gigante statunitense, nonostante abbia sempre respinto ogni accusa, ha dovuto cedere non solo chiudendo alcuni dei suoi impianti, ma anche riorganizzando tutte le sue 24 società di imbottigliamento.
I 25.000 contadini che si sono battuti hanno accolto con soddisfazione la decisione dell’azienda statunitense.
.