Fra inflazione e stretta creditizia l’economia italiana attraversa una fase delicata, il potere di acquisto degli italiani è messo a dura prova da una serie di aumenti che hanno alimentato una pericolosa spirale inflattiva. Un ridotto potere di acquisto che è emerso in tutta la sua criticità nella stagione estiva appena trascorsa nel corso della quale si sono registrate minori presenze di italiani in vacanza e minor spesa pro-capite nei consumi fuoricasa. Sta di fatto che il mercato del F&B, soprattutto dell’HoReCa nell’ultimo semestre non registra alcuna crescita, se non quella a valori, dovuta unicamente ai consistenti aumenti che negli ultimi 12 mesi sono stati già messi in atto dai produttori.
Quali sono le motivazioni alla base di questi improvvidi aumenti? I picchi relativi agli incrementi e alla mancanza delle materie prime causati dalla guerra russo-ucraina sono ampiamente rientrati nella normalità e non possono esserne la causa.
“Ci troviamo pertanto di fronte – sottolinea Portaccio – ad aumenti calati dall’alto senza tener conto delle già gravi criticità legate all’inflazione, come se i consumi fuoricasa degli italiani fossero inscalfibili, come se il canale Horeca e chi opera al suo interno potesse assorbire tout-court, senza conseguenza ogni presunta necessità che parte a monte dai produttori”.
Aumenti unilaterali che mettono evidentemente in gravissima difficoltà anche la distribuzione Horeca costretta a sua volta a rivedere i già risicati margini operativi per non compromettere i volumi di vendita a valle. Operazione questa ancora più gravosa specie quando gli aumenti in oggetto non vengono imposti con la stessa tempestività nel canale dei consumi domestici, provocando in tal modo evidenti conflitti di intercanalità, le cui pesanti conseguenze affliggono unicamente la categoria dei distributori Horeca.
“Chiediamo vivamente ai produttori – conclude Portaccio – di rivedere queste maldestre politiche commerciali basate unicamente sulla leva del prezzo che non tengono conto delle reali condizioni di mercato e inevitabilmente condizionano e minano i rapporti di partnership con i distributori beverage, una collaborazione che invece deve essere valorizzata con strategie e iniziative condivise e finalizzate ad una crescita comune, sana ed equa”.