13-02-2014 – Negli ultimi anni, nello Stato del Minas Gerais in Brasile sono in crescita gli investimenti delle piccole imprese produttrici di ¨caffé speciali¨.
Questa tendenza sta trasformando i piccoli produttori rurali in veri torrefattori, fenomeno che viene alimentato dalla possibilità che essi possano così aumentare i loro guadagni sul prodotto stesso. Purtroppo solo il 22% di queste piccole imprese sopravvive, anche se resta forte l’ambizione di non essere ¨solo¨ produttori, ma di diventare impresari del settore. I dati registrati dalla locale Camera di Commercio mostrano che dal 2008 sono state create ben 57 imprese di questo settore, ma anche che, nello stesso anno, ne sono state chiuse ben 30; nel 2010 vi sono state 58 aperture e 30 fallimenti e nel 2011 a fronte di 38 nuove ditte, ben 22 hanno chiuso. Nel 2013, ne sono state aperte sette e sei hanno già chiuso le loro porte.
Il Sindacato statale, il SINDICAFÉ-MG informa che sei anni fa vi erano sul territorio 280 imprese che commercializzavano ben 443 caffè differenti. Secondo il direttore della ABIC (Associação Brasileira das Industrias de Café) nel Paese vi sono oggi più di 1.200 torrefattori, 450 dei quali posizionati nel segmento alto delle qualità del caffè, quello dei cosiddetti ¨caffè fini¨. Ma si ha anche notizia che siano più di 1.000 le torrefazioni clandestine, che operano in territorio nazionale con prezzi più bassi e caffè adulterato.
Il Vice-Presidente dell´ABIC, Almir da Silva, racconta che a differenza delle molte torrefazioni medie, che combattono contro i grandi gruppi produttori, queste piccole-medie imprese hanno conseguito dei buoni risultati nelle loro piccole nicchie di mercato.
Un caso evidente è quello della Unique Cafés Espaciais che vuole rafforzare il suo brand in tutto il Paese senza “svenderlo” e per questo motivo ha aperto negozi specializzati, case gourmet e botteghe.
Dal nostro collaboratore in Brasile Gil Manigrassi presidente della MG do Brasil
