L’azienda di Corato, in provincia di Bari, cresce a ritmo sostenuto sia dal punto di vista dell’offerta prodotti, che dal punto di vista dei risultati, un trend supportato da continui investimenti in tecnologia e da una visione moderna e puntata al futuro della quarta generazione alla guida.
Fiore di Puglia nasce infatti nel 1940 come piccolo forno artigianale specializzato nella produzione del tradizionale tarallino pugliese, fino a diventare Panificio Fiore alla fine degli anni ’50, quando al fondatore succede il figlio Antonio. Ma è con Giuseppe, figlio di Antonio e terza generazione della famiglia, che la bottega si trasforma in impresa, crescendo senza sosta fino a diventare un’importante realtà industriale regionale, nazionale ed internazionale. Merito anche della quarta generazione alla guida, costituita dai 4 figli di Giuseppe, Tommaso, Antonio, Annalisa e Marinella, che hanno contribuito ad accelerare il processo di crescita ed internazionalizzazione del brand. Merito anche e soprattutto di un’oculata gestione delle risorse, di continui investimenti, di grande creatività nella ricettazione e, soprattutto, del non essere mai venuti meno al legame col territorio e con la tradizione agroalimentare pugliese. Solo materie prime di qualità e prodotte in regione: dall’olio evo alle farine al vino, utilizzati secondo le ricette tradizionali pugliesi. Ricchissima la gamma per tutti i canali distributivi, con packaging dedicati come dimostra l’ampia proposta per il Vending.
In piena pandemia, la Fiore di Puglia ha coraggiosamente investito due milioni di euro per migliorare ulteriormente i processi produttivi, acquistando impianti moderni a basso impatto ambientale ed aumentando così la capacità produttiva per offrire una grande varietà di prodotti da forno e, più di recente, di pasta secca.
Ampia la gamma di snack: dalla produzione classica alla selezione biologica, dai prodotti senza glutine a quelli vegan.
“Riproporre le torcette è stato rivivere i momenti passati, quando ci riunivamo attorno ad un tavolo di legno con tutta la mia famiglia e manualmente componevamo la classica forma che dà il nome al prodotto. Le torcette erano anche un momento di aggregazione, piacere di cui attualmente sentiamo fortemente l’esigenza” commenta Giuseppe Fiore.