Dopo aver spiegato le ragioni del Settore e illustrato i falsi miti che accompagnano il diffuso bando dei suddetti materiali plastici, il presidente lancia un avvertimento, informando che l’associazione ha presentato ricorso al T.A.R. di Palermo nei confronti di un’ordinanza di un comune della provincia di Palermo che bandiva, appunto, l’uso di tali stoviglie; il 16 maggio il T.A.R. ha bloccato l’ordinanza, in attesa che si pronunci l’assessorato all’ambiente. Se, come è convinto il presidente Ombone, il giudizio sarà definitivamente a favore dell’associazione, i comuni italiani corrono il rischio di vedersi piovere addosso ricorsi di questo genere, accompagnati dalla richiesta di risarcimento per danni.
Sebbene la lettera sia molto lunga, la pubblichiamo nella sua interezza.
Il bando alle stoviglie monouso in plastica: facciamo un po’ di chiarezza
Gentilissimo Signor Sindaco
Federazione Gomma Plastica di Confindustria comprende al suo interno Pro.Mo, gruppo che raccoglie i principali produttori italiani di stoviglie monouso in plastica: una produzione in cui siamo leader in Europa con aziende localizzate in tutte Italia, in grado di dare impiego diretto a circa 3.000 persone e che se fino ad oggi si è rivolta all’estero l’ha fatto non per delocalizzare, ma per aumentare i propri mercati e procedere ad acquisizioni.
Abbiamo due obiettivi principali: da un lato, incrementare la sostenibilità dell’intera filiera di produzione-distribuzione-consumo, in modo che i nostri prodotti, ora al 100% riciclabili, possano diventare al 100% riciclati; dall’altro, diffondere informazione oggettiva e corretta sulle reali caratteristiche di questi prodotti, e sulle loro migliori condizioni di utilizzo.
A sgombrare definitivamente il campo dal sospetto che le intenzioni che muovono le nostre aziende siano di natura biecamente commerciale, La invitiamo a leggere il “decalogo” allegato, già ampiamente diffuso attraverso i mezzi di informazione da parte di tutti i produttori italiani di stoviglie ed imballaggi monouso in plastica.
Detto questo, ci consenta di fare qui di seguito un velocissimo elenco di dati di fatto, su cui siamo sempre pronti a confrontarci con chiunque:
• La dispersione della plastica monouso nell’ambiente e soprattutto nei mari e negli oceani è:
– prima di tutto un problema che ha origini extra europee, dato che oltre il 90% della plastica dispersa nelle acque del mondo proviene da 10 fiumi, tutti extra-europei (scientificamerican.com Stemming the Plastic Tide);
– in Europa e ancor più in Italia, soprattutto un problema di cattiva educazione, e la cattiva educazione non distingue materiale da materiale: un piatto di plastica non raggiunge il mare con le sue gambe ma perché qualcuno lo getta dove non dovrebbe;
– fatta di tantissimi prodotti e materiali diversi, di cui le stoviglie monouso in plastica, ed in particolare piatti e posate, costituiscono una percentuale irrisoria: a prescindere dalle tante “statistiche” in circolazione, chiunque vada su di una spiaggia italiana dopo una mareggiata potrà valutare.
• I materiali e i prodotti monouso alternativi a quelli in plastica
– non sono comunque fatti per degradarsi nell’ambiente;
– sono in molti casi di provenienza extra europea;
– non sempre offrono un impatto ambientale inferiore a quelli in plastica “tradizionale”, come dimostra una analisi comparativa del ciclo di vita fatta realizzare da Pro.Mo nel 2016, realizzata secondo le norme UNI-EN e fino ad oggi mai confutata (pro-mo.it la ricerca).
• La direttiva europea sulle plastiche monouso, che si propone di affrontare il problema della dispersione della plastica, con tutti i limiti e gli errori di impostazione che la caratterizzano,
– è comunque fonte di diritto primario, prevalente rispetto alla normativa nazionale ed ancor più locale;
– prevede che il suo articolo più stringente, che mette al bando alcune categorie di prodotto, venga posto in atto dalle singole nazioni dopo due anni dalla ufficializzazione della direttiva (indicativamente metà 2021);
– equipara in tutto e per tutto le stoviglie in bioplastica a quelle in plastica tradizionale, per cui anche posate e piatti in bioplastica verranno messi al bando
• Esiste un recentissimo riferimento legale nazionale al tema del rapporto tra ambiente e stoviglie monouso: il comma 802 della legge di bilancio 2019 (una delle più importanti leggi nazionali), pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31/12/2018, che segna una innovativa “via italiana alla sostenibilità delle stoviglie in plastica” in quanto prevede, fra l’altro:
– la possibilità di continuare a produrre ed utilizzare piatti, posate e bicchieri in plastica fino al 2023, a condizione che si realizzino flussi crescenti di riciclo di questi prodotti, e di utilizzo nella loro produzione di plastiche da riciclo (applicazione del concetto di economia circolare);
– l’impegno dei produttori ad utilizzare crescenti quantità di bioplastica, possibilmente di produzione nazionale, per realizzare questi prodotti;
– l’utilizzo di metodi oggettivi e scientifici, quali le analisi del ciclo di vita, per valutare gli effettivi progressi della norma nel corso del tempo.
Questa legge nazionale rappresenta per noi un punto di partenza fondamentale per una seria e costruttiva nuova politica ambientale ed industriale, capace di tutelare insieme i mari e il lavoro italiani.
Anche da queste motivazioni deriva la nostra convinzione, che il proliferare di provvedimenti locali, perlopiù comunali, che intendono limitare la libertà di utilizzo delle stoviglie monouso in plastica, sostituendole con altri prodotti monouso, non offra reali benefici all’ambiente e possa addirittura risultare controproducente, recando comunque disservizi ai cittadini; oltre ad essere in aperto contrasto con norme esistenti a livello comunitario e nazionale.
L’unico reale effetto immediato che queste disposizioni locali apportano è un danno di immagine per i nostri prodotti, aggiungendosi al flusso di comunicazione negativa che già oggi li bombarda, con tutte le potenziali conseguenze che questo potrebbe avere sulla sopravvivenza stessa del comparto.
Per questo ci siamo visti costretti ad avviare un ricorso al T.A.R. di Palermo nei confronti di un’ordinanza di un comune della provincia di Palermo, facendo peraltro riferimento anche a circolari della regione Sicilia discriminanti verso le stoviglie monouso in plastica ove intese quali atti presupposti legittimanti tale intervento, riservandoci ogni eventuale successiva azione risarcitoria rispetto al danno, sostanziale e d’immagine, che le nostre aziende stanno patendo.
Di fronte a questo ricorso il TAR, con una pronuncia del 16 maggio scorso, sospende gli effetti dell’ordinanza del comune, in attesa di ricevere dall’assessorato all’ambiente regionale elementi di informazione utili ad una definitiva pronuncia.
Siamo convinti che la ragione e il diritto siano totalmente dalla nostra parte, e che la conclusione finale del TAR sarà a nostro favore.
Siamo da oggi in poi comunque pronti a far valere i nostri diritti nei confronti di prese di posizione locali ingiustamente discriminatorie nei confronti dei nostri prodotti. Preferiremmo però di gran lunga avviare un dialogo collaborativo e costruttivo con le amministrazioni locali, fatto magari di attività di comunicazione, sensibilizzazione ed educazione (lo strumento più importante per la tutela dell’ambiente) e, laddove possibile, anche di iniziative per la valorizzazione
ed il riciclo dei rifiuti da stoviglie ed imballaggi monouso in plastica: iniziative che proprio in Sicilia stanno già nascendo, grazie anche al supporto del Consorzio per la Raccolta dei rifiuti Plastici (CoRePla), ma soprattutto di amministratori locali lungimiranti e concreti.
Restiamo quindi a Vostra completa disposizione per fornirVi qualsiasi informazione possa esserVi utile, e per ragionare insieme di progetti per la sostenibilità.
Distinti saluti
Marco Omboni
Presidente Pro.Mo
Milano, 29 maggio 2019