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La lotta allo spreco alimentare approda oggi alla Camera

21-03-2016 – Tutto ha avuto inizio con EXPO Milano 2015 e con lo “Milan Urban Food Policy Pact“, un documento che ha dato avvio ad un diverso approccio al problema mondiale dello spreco alimentare.
Guido Barilla, Presidente del Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN), ha evidenziato che “Se gli sprechi alimentari fossero rappresentati da un Paese, questo sarebbe il terzo principale produttore di anidride carbonica, dopo Stati Uniti e Cina.”.
Nel mondo vengono, infatti, gettati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo per un valore complessivo di 750 miliardi; secondo i dati forniti dalla BCFN, in Italia si spreca il 35% dei prodotti freschi (latticini, carne, pesce), il 19% del pane e 16% di frutta e verdura prodotti e ciò avviene in tutti i punti della filiera:  distribuzione, vendita e consumo, ma anche nella fase di produzione agricola, dopo la raccolta e con la trasformazione degli alimenti.
Il dato interessante è che nei Paesi industrializzati più del 40% delle perdite si verifica nelle fasi di vendita al dettaglio e consumo finale e sono soprattutto i consumatori gli autori di questo enorme dispendio: in media tra i 95 e i 115 kg pro capite all’anno in Europa e nel Nord America.
Ora, sulla scia della Carta di Milano, e quindi come eredità di EXPO, è stato presentato in Parlamento un testo unificato dal titolo “Proposte di legge concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi“. Un testo che oggi viene presentato alla Camera da dove, dopo approvazione, passerà al Senato.
Obiettivo della nuova norma è favorire l’uso consapevole delle risorse e il recupero di prodotti ancora utilizzabili da parte delle associazioni di volontariato, sburocratizzando le procedure per la raccolta e la donazione non solo di cibo ma anche di farmaci.
Incentivi e iter più snelli sono alla base del progetto che prevede lo stanziamento di risorse economiche che da una parte incrementano quelle già disponibili e dall’altra ne prevedono di nuove: 1 milione di euro all’anno per tre anni (2016-2018)per finanziare progetti relativi a ricerca e sviluppo tecnologico nel campo del packaging antispreco e un altro milione di euro per promuovere nei ristoranti l’uso di contenitori per portarsi a casa gli avanzi.
Per quanto riguarda l’iter burocratico, questo viene reso meno pesante: basterà una dichiarazione consuntiva a fine mese di tutto ciò che si è donato garantendone la tracciabilità.

Cosa può fare e cosa fa il vending in riferimento a questa problematica?
Rimandiamo all’articolo da noi pubblicato il 26 febbraio scorso  in occasione della firma del protocollo d’intesa a Conegliano Veneto (TV) da parte del Comune della città, di Adiconsum e CONFIDA che in qualche modo ha anticipato le linee guida della legge per ciò che concerne la sostenibilità e lo spreco alimentare nella distribuzione automatica.
Riportiamo la testimonianza di Roberto Sala, titolare di Service Vending, società di gestione già attiva in questa direzione, che potrebbe fare da esempio e traino per tutto il comparto:
Noi abbiamo già iniziato a portarla ai Frati di Conegliano. Lo facciamo quando la data di scadenza è ravvicinata, e temiamo che il prodotto possa restare invenduto. Piuttosto che gettarlo, abbiamo iniziato questa pratica virtuosa, visto che la mensa dei Cappuccini serve ogni giorno a numerose persone.” E per quanto riguarda il protocollo aggiunge: “Con questo protocollo il Comune si impegna ad allargare il progetto anche ai miei “colleghi” di altre società di distribuzione.

La legge contro lo spreco alimentare approdata oggi alla Camera è comunque abbastanza complessa affinché non s’incorra nel rischio di forme di evasione o di mercato nero e si garantisca la qualità degli alimenti donati.

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