Nello stabilimento Nestlé di Wangen, nel Canton Svitto in Svizzera, si è venuta a creare una situazione di malcontento del tutto particolare tra i dipendenti.
La direzione ha infatti annunciato mediante una lettera che l’azienda avrebbe pagato un bonus mensile “Coronavirus” di 330 franchi ai suoi dipendenti, ma solo se avessero accettato di essere testati regolarmente per il COVID.
Lo screening viene fatto all’interno dello stesso stabilimento, è gratuito e viene effettuato tramite test PCR per mezzo di tamponi nasali o faringei. Inoltre, nella comunicazione veniva sollecitato ai dipendenti di sottoporsi al test mensilmente, meglio ancora se due volte al mese anche in assenza di sintomi.
La sede centrale di Vevey ha preso le distanze dalla decisione della direzione di Wangen, come ha spiegato Juliette Montavon, portavoce di Nestlé a Vevey:
“Dallo scorso novembre, abbiamo effettivamente concesso loro 330 franchi al mese. Ma lo scopo di questo bonus è premiare l’impegno, la flessibilità e l’adattabilità dei nostri operai nelle attuali circostanze. Non è in alcun modo collegato ai test Covid-19.”
E per quanto riguarda la situazione che si è venuta a creare a Wangen, sottolineando che si tratta di una iniziativa autonoma di quella sede, ha aggiunto: “Abbiamo intrapreso un’azione immediata per correggere questo errore.”