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Nestlé taglia in Africa e investe in Medio Oriente

06-07-2015 – Stanno per andare in fumo gli investimenti fatti negli ultimi 10 anni da Nestlé in Africa (quasi un miliardo di dollari) e questo per un’errata valutazione delle prospettive di crescita dei consumi delle popolazioni che abitano i Paesi soprattutto dell’area sub-sahariana.
Un errore di valutazione che ha tratto in inganno anche altre multinazionali, costrette in questi ultimi anni a tagliare personale e chiudere sedi, battute dalla concorrenza di imprese locali produttrici di beni simili ma a prezzi decisamente concorrenziali.
Dopo aver chiuso gli uffici in Ruanda e Uganda, dimezzate le linee produttive e sostenuto i costi locali chiedendo aiuto alle casse svizzere della casa madre e alle banche, Nestlé si prepara a chiudere parte dei magazzini e a tagliare ulteriormente il personale (15%).
Cornel Krummenacher, amministratore delegato di Nestlé, ha così dichiarato al Financial Times:
Pensavamo che sarebbe stata la prossima Asia, ma ci siamo resi conto che qui nella regione la classe media è estremamente piccola e non è veramente in crescita“.

Ma la multinazionale svizzera non si arrende e, quasi a voler compensare le perdite nel continente africano, si appresta ad investire 112 milioni di franchi svizzeri in un stabilimento per la produzione di caffè e altri prodotti alimentari, che sorgerà a Dubai e servirà l’intera area del Medio Oriente.

Nestlé
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