Come anticipato in questa News del 12 dicembre, sono stati presentati lunedì 16 dicembre i risultati dell’importante Progetto di Ricerca&Sviluppo che Gedap, azienda che opera da oltre 20 anni nel settore della distribuzione automatica, ha realizzato in partnership con l’Università degli Studi della Tuscia – Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE).
Per diminuire il proprio impatto ambientale Gedap, che è nata e si è sviluppata nel territorio della Tuscia e ad oggi dà lavoro ad oltre 60 persone, si è rivolta all’Università degli Studi della Tuscia per cercare soluzioni che riducessero scarti e rifiuti.
e di restituire parte di quello che abbiamo ricevuto” ha dichiarato Leonardo Neri, direttore amministrativo di Gedap, “Siamo onorati di aver collaborato con l’Università degli Studi della Tuscia e di essere qui a presentare il frutto di questo progetto”.
Gedap è da sempre sensibile alla tematica ambientale “Siamo impegnati su più fronti per l’ambiente, – ha proseguito Neri – a breve verrà implementato anche il progetto RiVending, un’iniziativa ideata da Confida, Corepla e Unionplast che punta a creare un ciclo completamente circolare per bicchieri e palette erogati dai distributori automatici, isolando una plastica omogenea di altissima qualità, materia prima di un nuovo ciclo produttivo”.
Il Prof. Andrea Colantoni, coordinatore del progetto, ha introdotto poi il progetto spiegando l’approccio scientifico utilizzato. “Il progetto di ricerca ha previsto lo studio della trasformazione dei residui di caffè provenienti dai distributori automatici Gedap con l’obiettivo di valorizzare questi “rifiuti” verificandone la possibilità di conversione in processi termochimici sia ad uso energetico (pellet), sia per la produzione di biochar ad uso ammendante”.
Il biochar ottenuto dai fondi di caffè Gedap è stato testato come “fertilizzante” dalla squadra del Prof. Giuseppe Colla, direttore dell’Azienda Agraria Didattico Sperimentale dell’Università della Tuscia.
Il progetto meriterebbe un ulteriore approfondimento con test “in terra” sperimentando una
formulazione del biochar sotto forma di capsula da inserire direttamente in fase di piantumazione.
“Questo potrebbe essere veramente la chiusura del cerchio, restituire alla terra quello che ci ha donato” ha dichiarato il Prof. Colla in conclusione del Workshop, “Grazie a queste sinergie tra Aziende ed Istituzioni si possono raggiungere, anche in tempi relativamente brevi, risultati così importanti e interessanti”.