Home Italia Possono le imprese private sopperire alle carenze del pubblico?

Possono le imprese private sopperire alle carenze del pubblico?

20-11-2017 – È da più di una settimana che gira sul web la singolare proposta di uno schieramento politico che pretenderebbe che la risoluzione del problema delle mense scolastiche venisse dalle imprese private, o meglio da un particolare segmento, quello del beverage.
Che i bambini della scuola pubblica dell’obbligo, le cui famiglie non hanno la disponibilità economica per pagare la retta della mensa, siano messi a pane e olio, confinati in un angolo della sala mensa della scuola come esempio per gli altri, ci sembra un vero delirio. Punire dei bambini per punire i loro genitori, colpevoli di non poter pagare di tasca propria quanto dovrebbe essere fornito dalla scuola stessa e quindi dalle istituzioni, non fa parte della mentalità di un Paese civile. Eppure è quanto accaduto in una scuola di Montevarchi, in provincia di Arezzo, caso di cui si sono occupati anche i TG nazionali.
Di fronte ad una situazione ai limiti del credibile, è intervenuto un rappresentante di Sinistra Italiana, il quale ha: condannato la decisione del Comune, ammesso tra le righe che tutti i bambini delle scuole pubbliche avrebbero diritto alla mensa gratuita ma, visto che i fondi non ci sono o non bastano, ha avanzato una soluzione che risolverebbe questo e altri problemi. Secondo  il capogruppo della sinistra in commissione finanze a Montecitorio per garantire a tutti gli alunni delle elementari un pasto di qualità gratuito basterebbe meno di un miliardo di euro all’anno, cifra che dovrebbero venir fuori da una tassa sulle bibite zuccherate che andrebbe imposta ai produttori (e che si ritorcerebbe sui consumatori), grazie alla quale si risolverebbe sia il problema della mensa che quello dell’obesità.
Inutile dire che Assobibe, l’associazione delle imprese che producono bibite, è immediatamente intervenuta dimostrando con i numeri che la tassa sugli zuccheri non funziona: in Finlandia e Norvegia la tassa esiste da oltre 20 anni e non sono stati riscontrati benefici; n Danimarca la tassa è stata eliminata nel 2011 per l’assenza di risultati e i danni economico-sociali; Ungheria e Francia hanno introdotto tasse, ma l’obesità ha continuato ad aumentare; in Messico si è registrata una riduzione del consumo giornaliero di 4 calorie al giorno (meno dell’0,2% dell’apporto giornaliero di energia).
Tornando all’Italia: il caso del Comune di Montevarchi è, appunto, un caso limite. La normalità non è il perfetto funzionamento del servizio mensa in tutte le altre scuole italiane, quanto piuttosto il fatto che a novembre in molte scuole il servizio mensa non è ancora partito, sebbene i genitori paghino le rette. E qui intervengono altri fattori (gare ancora non aperte o assegnate, dimenticanze…).
In buona sostanza, col caso Montevarchi si vuol far credere che attraverso una ennesima tassa si possa risolvere un problema sociale (l’obesità) piuttosto che ammettere che a talune carenze delle amministrazioni (e della politica) possono rispondere concretamente solo i cittadini.

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