Non sono bastate né le proteste dell’Italia né gli oltre 500 emendamenti presentati la scorsa settimana per fermare l’approvazione del PPWR. Con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato, ieri a Strasburgo, la sua posizione negoziale sulla proposta di regolamento Ue riguardante gli imballaggi e i rifiuti da imballaggi (PPWR).
Il regolamento introduce nuovi obiettivi di riuso degli imballaggi, a fianco a quelli per il riciclaggio, per ridurre la produzione di rifiuti in Europa. Gli obiettivi di riuso sono stati ridotti e i divieti di imballaggi monouso eliminati in molte aree (soprattutto per confezioni di piccole dimensioni di alimenti e bevande nei settori della distribuzione e della ristorazione), rispetto al testo originario proposto dalla Commissione europea quasi un anno fa.
Come accennato, la plenaria ha approvato un testo più morbido rispetto alla proposta iniziale della commissione. Diversi emendamenti, presentati dai gruppi di maggioranza, sono infatti passati prima del voto finale. Una vittoria per l’Italia, che si era fortemente opposta soprattutto al concetto di riuso che va a penalizzare il comportamento virtuoso del nostro Paese per quel che riguarda l’economia circolare. Nel 2022, infatti, l’Italia si è confermata leader del riciclo in Europa, avendo superato già nel 2021 il target del 70% in tasso di riciclaggio previsto dall’Europa per il 2030.
Allo stato attuale, salvo ulteriori modifiche per le quali gli eurodeputati italiani hanno promesso di impegnarsi, le nuove regole prevedono:
Riduzione degli imballaggi
1) riduzione progressiva degli imballaggi: il 5% entro il 2030, il 10% entro il 2035 e il 15% entro il 2040;
2) divieto di vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a partire dal 31 dicembre 2027, tranne che per motivi igienici o come imballaggio primario per alimenti sfusi;
3) limitazioni sull’uso di alcuni imballaggi destinati al monouso, come le confezioni monouso utilizzate per i prodotti di ortofrutta inferiori a un chilo e mezzo. Le nuove regole interesseranno non solo la grande distribuzione, ma anche il settore Horeca, ossia bar, ristoranti e alberghi. Qui si prevede di vietare, per esempio, le confezioni di prodotti per toilette che troviamo negli alberghi inferiori a 50 ml, mentre nei bar si dovrà dire addio alle bustine monoporzione di maionese, ketchup, zucchero o altri condimenti.
4) limitazioni sull’uso delle pellicole termoretraibili con cui si avvolgono le valigie negli aeroporti.
Il testo del Regolamento imballaggi (PPWR) adottato incoraggia fortemente il riutilizzo e le opzioni di ricarica che, nel settore della ristorazione, comportano la possibilità per i consumatori di utilizzare i propri contenitori per bevande e cibi da asporto.
Per quanto riguarda il riuso delle bottiglie, sono rimasti i due obiettivi del 10% nel 2030 e del 25% nel 2040 riguardanti il comparto delle bevande alcoliche e fermentate, con l’inclusione della birra ma l’esclusione dei vini e liquori. Sono stati aumentati al 20% nel 2030 e al 35% nel 2040 (invece che 10% e 25%, rispettivamente) gli obiettivi per le bevande non alcoliche con l’esclusione del latte (acqua, bibite analcoliche, succhi di frutta, frullati senza latte). I bar e ristoranti saranno obbligati a fornire, ai clienti che lo richiedono, bottiglie o brocche di acqua presa dai rubinetti.
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, i deputati hanno stabilito che tutti gli imballaggi devono essere riciclabili e rispondere a criteri rigorosi definiti attraverso la legislazione secondaria.
Raccolta differenziata al 90%
Infine, i deputati hanno sottolineato l’importanza di una raccolta differenziata efficace, chiedendo che i Paesi dell’UE garantiscano il raggiungimento del 90% di raccolta differenziata dei materiali contenuti negli imballaggi entro il 2029.
No a PFAS e bisfenolo A
Per garantire la sicurezza alimentare e prevenire rischi per la salute, i deputati hanno chiesto il divieto dell’uso delle “sostanze chimiche per sempre”, come le sostanze alchiliche per- e polifluorurate (PFAS) e il bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti.